Pedemontana, secondo l’Anac “troppi fondi pubblici, rischio di falsare concorrenza”

Un incremento del contributo pubblico che “non appare ammissibile” alla luce delle condizioni contrattuali, perché potrebbe “falsare la concorrenza”. Un impiego di risorse pubbliche, pur “attenuato” rispetto al passato, ancora “sbilanciato a sfavore del soggetto pubblico” rispetto alla “mobilitazione delle risorse private da parte del Concessionario”. Uno slittamento del termine dei lavori al 30 settembre 2020 giudicato “non ammissibile” senza una corrispondente e adeguata riduzione della durata della gestione.
Sono le principali criticità sull’iter per la Pedemontana veneta mosse dall’Autorità Nazionale anticorruzione in una delibera, pubblicata oggi e inviata alla Procura della Corte dei Conti, che ha già aperto un’indagine sullo stato di avanzamento dei lavori. Anac, che auspica inoltre “un riesame della stima sui volumi di traffico”, giudica invece con favore le nuove modalità di remunerazione del concessionario introdotte dalla Regione Veneto, perché contribuiscono a una migliore suddivisione dei rischi.

“Innanzitutto ringrazio il dott. Cantone per averci consentito di concludere in modo positivo un percorso sicuramente complesso, cominciato quando, con la mia Amministrazione, ereditammo questa opera viaria strategica con tutti i suoi problemi e le sue incertezze – ha commentato il presidente del Veneto Luca Zaia – si completa pertanto un percorso progettuale che ora trova l’approvazione anche di uffici, come l’Anac, non certo abituati a fare sconti a nessuno”.

“Anac conferma con estrema chiarezza la bontà dell’impostazione del Terzo atto convenzionale e quindi degli interventi contrattuali e convenzionali decisi nei mesi scorsi – riprende il Presidente del Veneto – Una relazione che, a dispetto di chi vuole cercare soltanto negatività, esprime una serie di positività evidenti che io voglio cogliere, sottolineare, rendendo atto alla professionalità del Presidente Cantone e dei suoi collaboratori”.

“Ci sarà ancora lavoro da fare, aggiustamenti da compiere, criticità da superare che con lucidità l’Anac ci segnala– conclude Zaia – ma ora possiamo dire di aver attraversato uno di passaggi fondamentali per dare certezze ai territori e alle maestranze di quell’opera che cambierà la logistica di uno dei distretti industriali più importanti d’Europa”.

I consiglieri regionali Andrea Zanoni (PD) e Cristina Guarda (AMP), nel pomeriggio hanno reso pubblica una nota in cui si sottolinea: “Una delibera in cui si giudica non ammissibile un ulteriore slittamento dei lavori, con conclusione al 30 settembre 2020, e si chiede di riesaminare la stime dei volumi di traffico, che potrebbero non essere realistiche”.

“Adesso – continuano i consiglieri regionali – la palla passa alla Procura della Corte dei Conti di Roma che da due anni sta indagando e che entro fine dicembre dovrebbe esprimersi. Siamo soddisfatti perché finalmente verrà fatta piena luce su quanto sollecitiamo da tempo, non da ultimo in Commissione e Consiglio, nel marzo scorso”.

“Ricordo – conclude Andrea Zanoni – che tre mesi fa avevo trasmesso un esposto, sottoscritto assieme alla senatrice Laura Puppato, direttamente a Cantone, in cui evidenziavo le troppe ombre relativamente alla terza convenzione con Sis. Evidentemente, ci avevamo visto giusto”.