Da 13 anni aspettano il riconoscimento della qualifica da parte del Ministero dei Beni Culturali ed intanto continuano ad essere “i fantasmi” nei cantieri di restauro del patrimonio italiano.
Per questo il 26 gennaio daranno vita ad un presidio davanti al Ministero per evidenziare che nella situazione in cui si trovano sono ridotti alla precarietà, esposti a contratti al ribasso ed ad un’alta ricattabilità sul lavoro.
Protestano, assieme a Feneal Filca Fillea, “contro l’ennesimo rinvio (il 29 dicembre) dei lavori della Commissione che esamina le domande per il riconoscimento della qualifica di restauratore” protraendo ancora una volta una situazione per loro insostenibile.
“Sono in migliaia – sostengono in una nota Feneal Filca Fillea – che attendono da anni un riconoscimento ufficiale. Al Ministero dei Beni Culturali chiedono di provvedere al più presto, pubblicando finalmente l’elenco nazionale dei restauratori, così come stabilito dalla legge”.
“Sono oltre 13 anni- proseguono i sindacati – che il Ministero deve occuparsene e solo nel 2015 si sono avviate le procedure con un apposito bando pubblico, allo scadere del quale il Mibact ha costituito una Commissione apposita per esaminarle”. Da allora, spiegano le organizzazioni sindacali, “ci sono stati ben quattro rinvii del termine dei lavori della Commissione; ultimo quello del 29 dicembre 2017”.
“Noi pensiamo – concludono i sindacati – sia arrivata l’ora di dire basta e di affermare una volta per tutte la salvaguardia e la valorizzazione del nostro Patrimonio e di chi se ne prende cura”.