Firmato stamattina all’Aran il primo contratto del nuovo comparto Istruzione (Scuola pubblica e Università) e Ricerca. Un milione e duecentomila tra docenti, personale ATA, ricercatori, tecnologi, tecnici, amministrativi in tutta Italia hanno finalmente riconquistato uno strumento forte di tutela delle proprie condizioni di lavoro, dopo anni di blocco delle retribuzioni (risale a 10 anni fa l’ultimo rinnovo contrattuale della parte economica del comparto scuola) e di riduzione degli spazi di partecipazione e di contrattazione.
Le novità più rilevanti per il settore scuola pubblica riguardano gli aumenti salariali (da un minimo di 80,40 euro ad un massimo di 110,70), il diritto alla disconnessione (per arginare l’invasività delle comunicazioni affidate alle nuove tecnologie) e la definizione di un codice disciplinare per garantire la libertà di insegnamento.
«Con questo contratto – commenta Sandra Biolo Cisl Scuola Veneto – ripristinando l’identità di scuola come comunità educante si rafforza un modello che ne valorizza fortemente la dimensione partecipativa e la collegialità». In Veneto beneficeranno del rinnovo più di 48mila docenti (di cui 7.500 supplenti annuali) e quasi 16mila di personale ATA (a cui si aggiungono 560 posti in deroga). A questi si aggiunge il personale delle Università e della Ricerca, in totale altri 6.600 lavoratori.