Domenica 29 maggio è la Giornata delle Oasi 2016 e anche l’Oasi WWF degli Stagni di Casale “Alberto Carta” (parcheggio e ingresso da via Zamenhof) sarà aperta gratuitamente dalle 9 alle 19 per permettere di scoprirne la bellezza e di incontrare le persone che ogni giorno la tutelano.
Per illustrare il programma erano presenti oggi a palazzo Trissino gli assessori alla progettazione e sostenibilità urbana Antonio Dalla Pozza e alla cura urbana Cristina Balbi, per WWF Vicenza – Padova e Oasi di Casale “Alberto Carta” il presidente, Carmelo Motta, e il responsabile aree naturalistiche, Alessandro Carta.
“L’Oasi di Casale è un bene straordinario, è un Sito di interesse comunitario (S.I.C.) che l’amministrazione intende preservare e consolidare grazie alla preziosa collaborazione dei volontari del WWF – ha esordito l’assessore alla progettazione e sostenibilità urbana Antonio Dalla Pozza. Per fare questo il Comune investe annualmente circa 30 mila euro e, attraverso gli strumenti urbanistici, vorrebbe ulteriormente ampliarne gli spazi e tutelare porzioni maggiori del territorio circostante. Parallelamente a ciò, si è nuovamente proceduto a verificare lo stato ambientale dell’area sorta in un’ex cava di argilla che – una volta dismessa, come si usava negli anni Ottanta – è stata riempita di materiali di riporto. A seguito dell’ultimo esposto inviato da un gruppo di cittadini, alcuni dei quali già firmatari del primo esposto del 1981 e già interpellati in occasione della passata campagna di scavi, è stata perciò avviata una verifica, assieme agli enti preposti al controllo ambientale e della salute dei cittadini – ovvero Arpav ed Ulss – che ha confermato l’esito delle indagini condotte fin dal 1988 e l’assenza di correlazioni con l’insorgere di possibili patologie. Inoltre non appare alcuna contaminazione della falda, e le pregevoli presenze di flora e fauna testimoniano lo stato di salute di questo sito. Mi auguro che con questo ultimo passaggio possa essere messa la parola fine a questa lunghissima serie di esposti e di richieste di approfondimenti sullo stesso argomento che, sebbene siano comprensibili perché a tutela dalla salute pubblica, risultano dispendiose per gli enti coinvolti – soprattutto considerando che rimangono attendibili le indagini del 1989 – e perché rischiano di generare uno stato di ingiustificato allarme tra la cittadinanza, tenendo lontani dal sito anche i possibili visitatori. Se fosse stato necessario eseguire ulteriori indagini – attraverso una campagna di scavi mirata – lo si sarebbe certamente fatto, pur nella consapevolezza che qualsiasi intervento all’interno dell’Oasi potrebbe mettere a rischio le specie che la popolano. Tale attività, comunque, non è stata ritenuta necessaria dalla conferenza di servizi tra enti”.
“L’Oasi è un luogo speciale per tutti ma soprattutto per i bambini che possono venire a contatto con la natura imparando a rispettarla grazie al lavoro attento dei volontari – ha spiegato l’assessore alla cura urbana Cristina Balbi -. Il Comune ha una particolare attenzione per questo luogo per il quale ha recentemente realizzato un progetto di riqualificazione delle sponde e degli stagni della zona umida oltre che l’adeguamento dell’impianto fotovoltaico. Ringraziamo il WWF che con attenzione cura non solo l’Oasi di Casale ma anche la Valletta del Silenzio e il Bosco del Quarelo”.
“Domenica 29 maggio festeggeremo l’importante ricorrenza del cinquantennale del WWF Italia, nato nel 1966. Dalla creazione della prima oasi WWF, l’Oasi di Burano in Toscana – ricorda Carmelo Motta presidente di WWF Vicenza – Padova e Oasi di Casale “Alberto Carta”, in questi 50 anni sono state create più di 100 oasi che proteggono più di 30 mila ettari di territorio, tra i quali i 24 dell’Oasi vicentina degli Stagni di Casale, che quest’anno compie 18 anni. Dalla sua nascita, nel 1998, l’oasi si è veramente trasformata, divenendo sempre più rigogliosa e sempre più frequentata da animali selvatici. Lo spettacolo offerto dalla garzaia in cui a pochi metri è possibile osservare centinaia di uccelli quali garzette, guardabuoi, nitticore, marangoni intenti a nutrire i pulcini nuovi venuti è impagabile. Da qualche settimana si segnala la nidificazione del mignattaio, un ciconiforme raro classificato in pericolo (EN) da IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione dellaNatura).
Molti dei risultati sono dovuti al lavoro di volontari che, soprattutto in questi ultimi anni, si sono impegnati fortemente per migliorare sia l’aspetto conservazionistico che quello fruitivo dell’area, ad esempio realizzando ampie mascherature protettive a riduzione del disturbo ma anche un nuovo capanno di osservazione, o il nuovo acquaterrario nel centro visite, primo step di un ambizioso progetto di musealizzazione che vedrà, nei prossimi due anni, la trasformazione in tal senso del centro stesso.
Programma
Domenica 29 maggio i visitatori dell’Oasi potranno partecipare alle visite guidate di 1 ora circa che, ad intervalli di 20 minuti, si susseguiranno dalle 9.20 alle 18.
Alle 11.40 ed alle 16.50, nella sala conferenze del cento visite, ci saranno due focus sul tema dei “limiti del pianeta e dello sviluppo”, della durata di circa mezz’ora.
Dalle 15.30 alle 16 si terrà un corso di formazione, riconosciuto come tale nell’ambito del protocollo di intesa WWF – MIUR, rivolto agli insegnanti sul tema “alternanza scuola lavoro”. Sono previste, inoltre, attività ludiche per i bambini.
Per l’occasione, che quest’anno cade nel cinquantennale di WWF Italia, domenica 29 all’Oasi di Casale ci saranno anche gli assessori alla progettazione e sostenibilità urbana Antonio Dalla Pozza ed alla cura urbana Cristina Balbi, ai quali il presidente del WWF Vicenza-Padova e dell’Oasi di Casale Carmelo Motta mostrerà i recenti lavori effettuati dai volontari ed i progetti futuri, volti garantire una sempre più appagante fruizione dell’area naturale, sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale.
I fondi raccolti durante la festa delle Oasi, patrocinata dal Ministero dell’ambiente, serviranno a garantire il sostegno tecnico ed economico ai ranger del parco africano Dzanga Sangha. La foresta di Dzanga Sangha, la cui area è stata devastata nel 2014 da pesanti conflitti armati, con i suoi 4,5 milioni di ettari di foreste tropicali in parte ancora inviolate, è una delle più estese al mondo, ultimo rifugio di centinaia di specie uniche come il gorilla della pianura, gli elefanti della foresta, gli scimpanzè.
Dopo le ultime verifiche all’Oasi di Casale, a seguito di un esposto inviato da un gruppo di cittadini, è emerso che non vi siano evidenze di alcun pericolo per la popolazione derivato dalla presenza di inquinanti (cromo esavalente), come confermato dal settore ambiente del Comune di Vicenza, da Arpav, Ulss 6 e WWF.
Per quanto riguarda il deposito di cromo nel terreno l’indagine condotta nel 1989 per la valutazione di fattibilità di un’area tutelata non evidenzia la necessità di rimuovere lo strato superiore per effettuare nuove indagini. L’incremento delle patologie tumorali sulla base delle affermazioni contenute nell’esposto, non risulta condivisibile sia dal punto di vista scientifico che metodologico.