Affrontato il tema nell’incontro tecnico-informativo organizzato da Etra a Rubano con gli amministratori del territorio.
Controlli mirati e ripetuti, monitoraggi ordinari e straordinari. Una mole imponente di analisi garantisce la potabilità dell’acqua che Etra distribuisce nelle case degli oltre 600.000 abitanti di 73 Comuni. E con una “operazione trasparenza”, vertici e tecnici della società hanno incontrato a Rubano gli amministratori dei Comuni Soci per spiegare dettagliatamente quante e quali siano le analisi svolte, dove si trovino i punti di prelievo, quali siano gli aspetti scientifici che danno supporto alle reiterate rassicurazioni diffuse da parte di Etra negli ultimi mesi.
“Abbiamo fortemente voluto questo faccia a faccia con gli amministratori, per fornire loro tutte le informazioni possibili sulla qualità ed il livello di sicurezza della nostra acqua, garantito da 38.000 analisi all’anno” -ha detto nell’introduzione il Presidente del Consiglio di Gestione di Etra, Andrea Levorato, aggiungendo che, paradossalmente “l’acqua di Etra è la stessa che si trova anche in bottiglia nei supermercati: la nostra costa enormemente di meno, è sottoposta a costanti controlli e arriva direttamente nelle case”.
A fornire un particolareggiato quadro della situazione Lorenzo Altissimo, già Direttore del Centro Idrico di Novoledo, uno dei massimi esperti di reti idriche in Veneto: “La contaminazione da PFAS nell’acqua di Etra è idraulicamente impossibile – ha spiegato – in quanto gli strati sotterranei contaminati sono lontani e isolati rispetto al bacino servito, e anche se l’inquinamento continuerà a muoversi in falda, non potrà comunque mai raggiungere i punti di prelievo di Etra”.
Altissimo ha ripercorso le fasi dell’episodio di inquinamento da PFAS, partito dalla provincia di Vicenza, le cui conseguenze sono tuttora oggetto di studio, illustrandone con grande realismo le dimensioni e invitando tutti, società di gestione e amministratori, a non abbassare la guardia, sia nei sistemi di controllo, sia anche sul territorio, sorvegliando coloro che potrebbero causare altri casi di inquinamento: “Perché dobbiamo tenere ben presente che a provocare questi disastri è sempre uno sbagliato comportamento dell’uomo”.
Etra si è attrezzata fin dalle prime avvisaglie, nel 2013, per indagare l’eventuale presenza di PFAS nella propria rete, ma le analisi hanno sempre dato esito negativo, fino all’ultimo monitoraggio straordinario affidato per massima garanzia ad un laboratorio esterno, che, ha spiegato Walter Giacetti, Responsabile Ricerca e Sviluppo di Etra, ha confermato quanto rilevato finora: nessuna contaminazione. Non solo in tutti i punti di prelievo di Etra (quindi nell’acqua distribuita dai rubinetti di casa), ma perfino nelle acque reflue, ovvero dopo la depurazione: tutti i campioni sono risultati entro i limiti di potabilità.