Giornata Mondiale della felicità, in pochi ne sono a conoscenza e l’Italia è lontana dalle prime posizioni

Il 20 marzo si festeggia in tutto il mondo la “Giornata della Felicità”, ma che cos’è? E da chi è stata istituita? Ma forse la domanda da porsi è un’altra, siamo felici? Per dare risposta a queste domande basta leggere il seguito, ci sono delle sorprese che hanno meravigliato anche chi scrive.

Era il 2102, quando l’Onu decise di segnare sul calendario alla data odierna la giornata che dovrebbe farci ricordare che ogni traguardo, obiettivo e risultato viene raggiunto mettendoci alla base il condimento principe per ognuno di noi, la felicità. Si perchè la “ricerca della felicità” non è un luogo misterioso impossibile da scovare ma è semplicemente alla portata di tutti. Vita frenetica, lavoro, famiglia, studi sono le solite scuse che ci imponiamo per dimenticarci di essere felici. Scorrendo la classifica dei Paesi che vivono con il benessere interiore ecco spuntare chi non t’aspetti, un paese del nord, laddove l’inverno è buio pesto, freddo e interminabile, ma evidentemente è un dettaglio che non tocca i suoi cittadini che riescono, come detto, a raggiungere il massimo della gioia con un minimo a disposizione.

Le classifiche si basano su sei fattori: il prodotto interno lordo pro capite, la speranza di vita, la libertà, la “generosità”, il sostegno sociale e l’assenza di corruzione nel governo o per affari. La speranza del direttore di Sdsn Sachs è che più governi decidano d’ora in avanti di seguire l’esempio degli Emirati Arabi Uniti, che hanno nominato un ministro della Felicità.

Il rapporto World Happiness Report 2017, pubblicato dalla Sustainable Development Solutions Network (Sdsn), ha stabilito che la Norvegia è il Paese al primo posto nella classifica della felicità. I paesi del Nord Europa si confermano i più felici, mentre quelli dell’Africa sub-sahariana, insieme con la Siria e Yemen, sono quelli dove si vive peggio, in una classifica che comprende 155 nazioni. “I paesi felici sono quelli che hanno un sano equilibrio tra prosperità, come convenzionalmente misurata, e il capitale sociale, il che significa un alto grado di fiducia nella società, bassa disuguaglianza e fiducia nel governo,” spiega Jeffrey Sachs, direttore del Sdsn e consigliere speciale del segretario generale Onu.

La Norvegia supera così in classifica la Danimarca mentre l’Italia passa dal 50esimo posto al 48esimo. Le prime dieci posizioni sono occupate da Norvegia, Danimarca, Islanda, Svizzera, Finlandia, Paesi Bassi, Canada, Nuova Zelanda, Australia e Svezia. In fondo alla graduatoria Sud Sudan, Liberia, Guinea, Togo, Ruanda, Tanzania, Burundi e Repubblica Centrafricana. Tra i big europei la Germania è al 16esimo posto, seguita dal Regno Unito (19) e dalla Francia (31). Gli Stati Uniti sono al 14esimo posto.