Lavoratori della lirica in piazza a Verona contro il Governo per salvare le Fondazioni

I lavoratori delle 14 fondazioni lirico sinfoniche italiane sono scese in piazza con una iniziativa a Verona “al fine di contrastare gli effetti della Legge 160 sulle Fondazioni e affinché vengano assunti gli emendamenti proposti dalle organizzazioni sindacali alla nuova normativa per lo spettacolo dal vivo che rischia di cancellare le Fondazioni stesse”. Per Verona, in particolare, Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Fials Cisal ritengono “necessario arrivare in breve tempo all’ammissione di Fondazione alla Legge Bray per la salvezza e il rilancio di questo Teatro”.

Durante la manifestazione in piazza dei Signori si sono esibite le orchestre e il coro dell’Arena e delle fondazioni limitrofe come Venezia, Trieste e Bologna. Quindi i manifestanti hanno avuto un incontro con il Prefetto cui è stato consegnato un testo con le loro richieste. La giornata si è conclusa in piazza Bra, con una catena umana attornio all’Arena, simbolo della cultura lirica e musicale italiana.

La mobilitazione di oggi fa seguito alla manifestazione di Firenze del 27 marzo scorso. La preoccupazione di lavoratori e sindacati riguarda “un iter legislativo che rischia di cancellare in pochi mesi la lirica italiana. Non sembra infatti cambiare il segno della politica del governo che non mostra alcuna disponibilità a modificare l’articolo 24 della legge 160/2016”. “I legislatori – prosegue la nota – perseverano nell’errore, ignorando proposte e proteste dei lavoratori e continuando a rincorrere l’obiettivo della mera selezione contabile delle fondazioni, con l’unico risultato di impoverire, insieme ad artisti e maestranze, un’offerta culturale considerata unica nel mondo”.
Il sindacato non si arrende “alla miopia di chi nega prospettive per la lirica italiana, ignorando che in gioco non c’è solo la sorte di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie, ma un indotto economico in termini di prestigio e di capitale intellettuale di valore inestimabile”.