È coordinato dal settore Servizi scolastici, educativi e sport del Comune di Vicenza il progetto europeo “I Sea You”, uno scambio culturale tra giovani italiani, spagnoli, croati e greci che mira a sensibilizzare la cittadinanza italiana e straniera sull’inclusione sociale dei migranti.
Finanziato dal Programma Erasmus+, il progetto coinvolge le associazioni di quattro Paesi europei (Arciragazzi per Vicenza, BREZA Youth Association per Osijek in Croazia, Viaje a la Sostenibilidad per Saragozza in Spagna e Youthnet Hellas per Atene in Grecia) sui temi dell’educazione interculturale, dell’accoglienza dei migranti e dell’integrazione dei rifugiati.
Fino a luglio 2017 i partner lavoreranno con un gruppo di 27 ragazzi tra i 18 e i 30 anni per realizzare un percorso che possa creare un “ponte” tra due realtà che sono solo apparentemente lontane: i giovani dei Paesi meta di migrazione e i giovani migranti.
18 ragazzi fanno parte delle tre associazioni straniere e 9 del “gruppo vicentino”: 4 sono italiani mentre 5 richiedenti asilo; di questi ultimi 2 sono in possesso del permesso umanitario (e uno di loro sta svolgendo servizio civile), mentre 3 sono in attesa di risposta da parte della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale.
Questa mattina nella Sala degli Stucchi a Palazzo Trissino ad illustrare il progetto erano presenti l’assessore alla formazione Umberto Nicolai, Nora Rodriguez di Arciragazzi Vicenza e i 27 ragazzi coinvolti nel progetto.
“Sono contento che Vicenza accolga progetti come questo che hanno come protagonisti i giovani che rappresentano non solo il nostro futuro ma anche la speranza del nostro futuro – ha dichiarato l’assessore alla formazione Umberto Nicolai –. E sono maggiormente contento se poi questi giovani si trovano per discutere tra di loro su temi importanti come la migrazione, oggi percepita soprattutto come problema, ma che in futuro dovrà essere considerata una ricchezza. Solo mettendo assieme le potenzialità di tutti possiamo, infatti, migliorare la nostra capacità di crescere sia come individui che come comunità. Il mio auspicio è, che la Comunità Europea aumenti gli stanziamenti per i progetti sul tema dell’inclusione sociale dei migranti che, se ben integrati, potranno rappresentare una risorsa per tutti”.
Il gruppo di ragazzi, che trascorrerà alcuni giorni, dal 6 al 14 maggio, a Vicenza e a San Vito di Leguzzano, vivrà un momento di scambio di esperienze attraverso uno strumento particolare: il teatro.
Il teatro, infatti, è un potente mezzo di comunicazione che permette di superare barriere, anche linguistiche, e di conoscere l’altro senza intermediazione: è per tutti/e e non richiede pre-conoscenze o competenze particolari, permettendo di elaborare e rielaborare messaggi assieme agli altri.
I 27 giovani parteciperanno, infatti, a un programma mirato alla conoscenza reciproca, alla riflessione e al confronto, da cui potranno attingere per definire i contenuti da portare in scena e alla creazione della scenografia.
I ragazzi metteranno, quindi, in scena una rappresentazione teatrale utilizzando la metodologia del Teatro dell’Oppresso. Attraverso la recitazione, la rielaborazione dei vissuti e la realizzazione di un percorso di integrazione verrà sperimentata una sorta di empatia con le persone in difficoltà, che permetterà di mettersi l’uno nei panni dell’altro, in un dialogo continuo tra attore e spettatore. Obiettivo finale è sensibilizzare gli spettatori sui temi della migrazione, del dialogo e della cittadinanza attiva. Lo spettacolo teatrale verrà presentato al giardino del Polo Giovani B55, in contra’ Barche 55, sabato 13 maggio alle 19.
Tra le altre esperienze che i giovani vivranno ci sarà la partecipazione a laboratori di educazione non formale, la visita ai quartieri del Comune di Vicenza dal punto di vista dei ragazzi rifugiati, l’alternarsi di cene con piatti dei rispettivi Paesi.
Quest’esperienza consoliderà una rete di collaborazione e la diffusione di buone pratiche fra associazioni, municipalità e cittadini che vogliono occuparsi di migrazione e interculturalità, incentivando soprattutto le nuove generazioni a essere protagoniste attive della società in cui vivono.