Tra le città italiane maggiormente interessate sono Roma con 25.743 alloggi, Milano con 14.523, Firenze con 6.992 e Venezia con 5.973. Per quanto riguarda le regioni, la pole position spetta alla Toscana, con 34.595 alloggi, seguita dal Lazio (32.663), Lombardia (25.148) e Sicilia (23.020). “Il fenomeno – sottolinea Bocca – danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza. Entrambe le categorie sono esasperate dal dilagare della concorrenza sleale che inquina il mercato“.
Gli fa eco Marco Michielli, presidente regionale di Federalberghi: “Il web rivela la sua doppia faccia: abbatte le barriere comunicative, ma insieme instaura un regime di mercato senza più regole che annienta il principio della concorrenza, a danno dello Stato e dei consumatori prima ancora che delle imprese”. A guardare i dati il fenomeno è in costante crescita anche nel Veneto. Ad aprile 2017 (settimana di Pasqua), nella regione risultavano disponibili su Airbnb 12.259 alloggi, di cui 8.448 (68,91%) riferiti a interi appartamenti; – 8.988 (73,31%) disponibili per più di sei mesi; 7.785 (63,50%) gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio (fonte: elaborazioni Federalberghi / Incipit srl su dati Inside Airbnb).
La provincia di Verona risulta la più ‘assediata’, con una concentrazione massiccia attorno al Lago di Garda, insieme a Venezia e al suo litorale. Ma il fenomeno è presente in tutte le province, da Padova a Treviso, da Belluno a Vicenza e, anche se in misura meno preponderante, a Rovigo.
“Abbiamo contattato tutti i parlamentari veneti – conclude il presidente Michielli – affinché durante la discussione della cosiddetta “manovrina” (decreto legge n. 50 del 2017) vengano irrobustite le disposizioni relative al regime fiscale delle locazioni brevi, con l’obiettivo di far pagare le tasse a tutti e di proteggere i consumatori, i lavoratori, la collettività. Confidiamo – prosegue – che il Parlamento per le sue competenze mostri di aver acquisito la stessa sensibilità e comprensione del fenomeno che ormai ha la Regione Veneto. Auspichiamo che anche i sindaci inizino a fare la loro parte”.