Blue Whale, la polizia indaga su 120 casi in tutta Italia

Italia e ‘Blue Whale’, pericolo reale o falso allarme? L’ormai tristemente famosa sfida social – che inciterebbe gli adolescenti al suicidio dopo aver portato a termine 50 prove da compiere fra dimostrazioni di coraggio e autolesionismo – sembra essere approdata anche nel nostro Paese.

Ci sono decine di segnalazioni alle Forze dell’ordine da parte di genitori preoccupati per il destino dei propri figli. Ma quanto c’è di vero? Per scoprirlo, la Polizia ha avviato oltre 100 indagini su tutto il territorio nazionale, 120 per la precisione, scoprendo che in alcuni casi si tratta solo di falsi allarmi. Per comprendere la portata del fenomeno e quale incidenza abbia sul territorio e sui giovani italiani, la polizia continua dunque a indagare e a lanciare appelli affinché non cali l’attenzione sul problema e, soprattutto, perché la ‘Balena Blu’ non venga considerata come un gioco.

“Sono 120 su tutto il territorio nazionale – spiegano gli agenti dall’account Facebook ufficiale ‘Una vita da social’ – le indagini in corso della polizia postale e delle comunicazioni per accertare la veridicità e individuare profili di responsabilità nei casi di autolesionismo riconducibili alla folle sfida della ‘Balenottera Azzurra’ registrati nelle ultime settimane in varie parti d’Italia – da Milano a Ravenna da Fiumicino a Caltanissetta da Ancona a Pescara. Le indagini della Polizia di Stato ipotizzano il reato di ‘istigazione al suicidio’ inizialmente a carico di ignoti in attesa di risalire ai responsabili dei casi concreti. Nel corso delle indagini, in alcuni casi, gli investigatori hanno verificato che dietro alle segnalazioni c’erano soltanto falsi allarmi – un giovane è stato denunciato per procurato allarme dopo aver finto di essere giunto all’ultima prova del percorso quella che contempla l”ordine’ di togliersi la vita”.

‘La sfida del suicidio’, avverte ancora la polizia postale, “NON è un gioco e NON lo chiamiamo gioco – su cui aleggia ancora una certa dose di mistero per l a difficoltà di risalire a mandanti e organizzatori, coinvolge i ragazzi in un perverso e pericolosissimo itinerario autodistruttivo costituito da 50 prove di ‘coraggio’ dai tagli alle mutilazioni, dalle dimostrazioni di coraggio alle iniziative più rischiose, come sporgersi da palazzi finestre o cornicioni. Un fenomeno negativo della rete, un percorso di pericolosità, diffuso dapprima all’estero e giunto in Italia negli ultimi tempi, che avrebbe già causato la morte di diversi ragazzi in vari Paesi europei. Anche per questo la polizia postale è in contatto con gli organi investigativi europei di altri Paesi e anche Interpol ed Europol, per un approccio coordinato al fenomeno. Stiamo sempre vicino ai nostri ragazzi”, conclude il post.

 

 

 

Fonte: AdnKronos