Libero accesso alle banche dati, con facoltà di visualizzare e controllare i conti correnti senza ottenere prima l’autorizzazione del giudice. E’ questa una delle facoltà che riguardano la nuova Agenzia delle Entrate – Riscossione, che ha preso il posto di Equitalia e che permette al nuovo ente di controllare autonomamente i conti degli italiani prima di procedere a un eventuale pignoramento.
Nel dettaglio, l’articolo 3 del D.L. 193/2016 consente all’Agenzia delle entrate di utilizzare le banche dati e le informazioni alle quali è autorizzata ad accedere “anche ai fini dell’esercizio delle funzioni relative alla riscossione nazionale”. Ciò significa che durante la ricerca dei conti correnti da pignorare la nuova Agenzia non necessita dell’autorizzazione del tribunale. “L’Agenzia può acquisire le informazioni relative ai rapporti di lavoro o di impiego presenti nelle banche dati dell’Inps – si lette nel decreto – per l’attivazione mirata delle norme relative al pignoramento di stipendi, salari o altre indennità”.
E se è vero che con il passaggio al nuovo ente non sono cambiate le norme che regolano la riscossione, restano valide le norme che regolano il pignoramento dei conti correnti dei contribuenti debitori, in vigore da ben dodici anni. A regolamentare la materia è il decreto legge 203/2005, che ha introdotto il “pignoramento presso terzi“, la procedura che consente all’ente di riscossione di bloccare il conto corrente senza l’obbligo di richiedere l’intervento dell’autorità giudiziaria.
A partire dal primo luglio, però, in caso di pignoramento del conto corrente le somme potranno essere subito bloccate e usate per pagare il debito dal momento che è la stessa Agenzia delle Entrate che esamina le informazioni e decide di attivare la procedura. A differenza di Equitalia, che doveva prima richiedere le informazioni all’Agenzia delle Entrate, attendere il riscontro e solo dopo attivare il procedimento, il nuovo ente potrà accedere direttamente ai dati dell’Anagrafe Tributaria, ottenere le informazioni che le servono e procedere al pignoramento.
(Da AdnKronos)