Fiaccolata in memoria di Luca Russo, Poletto: “Eliminare i vertici dell’ISIS non sarà sufficiente, ma va fatto”

Grande partecipazione per la fiaccolata in memoria di Luca Russo. Bassano si è trasformata in un grande lume che si è snodato lungo le vie del centro storico. Tanta commozione, ma anche tanta rabbia per l’ennesima vittima di un crudele, vile e vigliacco terrorismo che non lascia scampo quando decide di colpire. Tantissima gente che chiede protezione ma che è consapevole di combattere contro un “nemico invisibile” e che, da gran vigliacco, attacca alle spalle.

Dopo la manifestazione il sindaco di Bassano, Riccardo Poletto, ha voluto esprimere il proprio pensiero.

“Grazie a tutti quanti voi che avete deciso di essere presenti. Perché siamo qui stasera, così in tanti, con una luce in mano?
Sostanzialmente per due motivi: per esprimere vicinanza e affetto a Luca Russo, alla sua famiglia, alla sua fidanzata, a tutti i suoi cari e per condannare e contrastare l’odio, la violenza, la barbarie che hanno colpito a Barcellona una settimana fa. E che hanno colpito così duramente la nostra Città.
Ci sono cose che vorremmo fare, ma non possiamo. Ci sono invece cose che vogliamo fare, che possiamo fare e che dobbiamo fare.
Vorremmo poter restituire la vita a Luca e restituire lui ai suoi familiari, alla sua fidanzata, a tutti quelli a cui manca di più, ma non possiamo.
Vorremmo poter tornare indietro nel tempo e cambiare il corso degli eventi, far sì che in quel marciapiede ci fosse una barriera tale da impedire ciò che è accaduto o far sì che quell’assassino maledetto venisse abbattuto prima di fare anche solo un graffio a qualcuno; vorremmo, ma non possiamo.
Però vogliamo e possiamo essere il più vicini possibile alle persone che stanno soffrendo per la morte di Luca e siamo qui per questo, per partecipare e portare luce.
Vogliamo, possiamo e dobbiamo essere vicini a loro, solidali con le persone più intime di Luca, non solo oggi, non solo domani, ma per sempre e in tutte le forme possibili. E troveremo insieme anche i modi più opportuni per fissare nel tempo per sempre la vita di Luca, la ricchezza della sua personalità, ciò che è stato, che continua e continuerà ad essere, tutto quello che tra poco ci racconteranno i suoi amici.
Vogliamo, possiamo e dobbiamo condannare nettamente e a voce alta il gesto disumano, vigliacco, schifoso che ha ferito Marta e ucciso Luca. Ma non basta condannare, dobbiamo anche proteggerci di più, fare tutto il possibile per limitare il rischio, senza rinunciare alla libertà, uno dei valori più preziosi, in particolare la libertà dei giovani di spostarsi, viaggiare, di muoversi nel mondo come a casa loro.
Ma non basta neanche proteggerci, dobbiamo anche combattere, perché volenti o nolenti c’è un conflitto in corso e ne siamo parte tutti. Non abbiamo scelto di farne parte, ma lo siamo ugualmente. Per difenderci e per vincere questo conflitto dobbiamo usare tutte le armi utili allo scopo.
Le nostre armi sono il coraggio, il radicamento dei nostri valori, la cultura, i processi educativi, l’intelligence, le nostre forze dell’ordine, i nostri militari. Tutte queste cose e altre ancora. Tutte, una non esclude l’altra.
Eliminare i vertici e i quadri dell’ISIS non sarà sufficiente, ma va fatto.
Individuare i potenziali assassini e metterli in condizioni di non nuocere con ogni mezzo necessario e rendere più sicuri i luoghi maggiormente frequentati non sarà sufficiente, ma va fatto.
Questa fiaccolata e le altre manifestazioni grazie alle quali diventiamo più consapevoli non sono sufficienti, ma vanno fatte.
Così come la scuola, la cultura vanno utilizzate contro questa minaccia, perché tolgono linfa e terreno alla violenza e all’odio e perché ci rendono più forti contro chi vorrebbe un mondo schifoso che è esattamente il contrario di quello che vogliamo per noi e per i nostri figli.
Per fare tutto questo dobbiamo impegnarci e pretendere che ognuno si impegni per la sua parte.
Tutte queste armi da sole non sono sufficienti, ma insieme ci mettono in condizione di riuscire a vincere, a far vincere la civiltà, la libertà, la convivenza pacifica, la democrazia, l’uguaglianza.
La nostra forza sono i nostri legami, il sentirsi parte di una comunità, come ci stanno testimoniando straordinariamente Marta, Chiara, Simone, Paola, e tutti i loro familiari, parenti e amici.
La nostra forza è il nostro amore per il mondo e per la vita, perché se anche dovremmo uccidere per difenderci non avremo mai in spregio la vita, neanche quella degli assassini. Ci hanno trascinato dentro un conflitto, è vero, ma non riusciranno mai a farci diventare come loro, noi vogliamo essere come Luca.”

 

(Foto di Elena Zerbetto)