Antonio Nardone AD di Miteni Spa: “Chiudere significherebbe interrompere l’attività di depurazione che stiamo facendo” -VIDEO-

La Miteni, dopo le polemiche innescate nei giorni scorsi dal ricorso presentato contro la Regione che quantifica i danni per l’azienda in 98,5 milioni di euro, spiega la sua versione dei fatti.
L’azienda afferma che il ricorso al Tar non è una richiesta di danni subiti, ma la quantificazione di costi se venisse attuato da qui al 2035 il piano di caratterizzazione (cioè lo scavo per l’analisi dei terreni) indicato dalla conferenza di servizi.
Secondo Miteni con quel tipo di caratterizzazione, che prevede perforazioni ogni 10 metri, non sarebbe possibile procedere con la bonifica dei terreni che quindi rimarrebbe bloccata per 17 anni. Per questo l’azienda ha presentato un suo piano alternativo, che prevede lo sbancamento con trincee delle aree potenzialmente interessate dalla presenza di inquinanti.

Con le telecamere di Accadeinzona.it siamo entrati in azienda e abbiamo intervistato l’amministratore delegato di Miteni spa Antonio Nardone.

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