Venezia città della Lombardia, errore clamoroso su T-shirt in vendita on line

Gaffe colossale per la catena di abbigliamento inglese Topshop che propone in vendita nel proprio sito una T-shirt davvero originale. Costa 26 euro, è di color rosa e riporta una scritta inequivocabile: “Venice, Lombardy, Italia”. Un errore davvero grave per la città più visitata al mondo, tanto da far intervenire sulla questione anche l’Assessore al Turismo della Regione Veneto Federico Caner che nel proprio profilo Facebook non ha voluto esimersi dal commentare quanto accaduto.
L’assessore al turismo della Regione del Veneto preferisce l’ironia all’irritazione nel commentare la notizia della vendita da parte di una multinazionale britannica di magliette con la scritta “Venice, Lombardy, Italia”, “anche perché – sostiene – è una tale bufala da apparire più che una caduta di stile, un inconsapevole slancio umoristico”.
Chissà, le magliette sapranno anche venderle bene, ma in geografia sono proprio delle schiappe. A meno che dalle parti di Londra non siano ancora fermi al Lombardo – Veneto, nel qual caso è opportuno informarli che la dominazione asburgica è finita da qualche anno”.
 “Questo episodio – continua l’assessore –, al di là della sua ridicolaggine, svela però una brutta e diffusa abitudine di qualcuno di attribuire, e purtroppo talvolta anche di attribuirsi, le bellezze e i patrimoni che appartengono al Veneto. Succede, così, che intere montagne si spostino miracolosamente attraversando storici confini, che ci si impossessi fraudolentemente di prodotti di eccellenza che nascono nella nostra terra e che persino un’intera città, e non proprio una qualsiasi, trasmigri da una regione e da un mare, di cui per secoli fu padrona indiscussa, a un’altra regione che il mare non l’ha mai visto, se non, forse, al tempo dei dinosauri. L’ennesima conferma, in altre parole, che siamo la regione che vanta il maggior numero di tentativi di sottrazione”.
Invierò una lettera ai dirigenti della multinazionale britannica per avvisarli di quella che mi auguro sia una svista che hanno commesso in buona fede – conclude l’assessore Caner–, non fosse altro per avvertire che chi indosserà quella maglietta potrebbe  essere additato come divulgatore di fake news”.

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