Finalmente è arrivata la tanto attesa estate. Le famiglie italiane si dividono tra chi sta pianificando le vacanze e chi le ha già fatte. Per tutti, però, c’è la sorpresa dell’aumento dei prezzi del carburante. Ad onor della cronaca i rifornimenti per i veicoli sono oramai soggetti a sbalzi di costo nei periodi di maggior traffico, dicembre-gennaio e luglio-agosto, ma quello che stupisce di più è la differenza che si è creata con altri paesi europei, e c’è chi sta ancora peggio.
Supera il 13% lo “spread” del pieno di benzina fra Italia e Germania. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop sui prezzi medi dei carburanti alla pompa in relazione all’ultima rilevazione Istat sull’inflazione a giugno che continua a crescere nelle componenti più legate agli acquisti quotidiani delle famiglie fra cui proprio i carburanti e in vista dei prossimi esodi estivi con milioni di turisti in viaggio da nord a sud della Penisola.
Se si prende in considerazione il diesel – spiega l’analisi Uecoop – il differenziale con le stazioni di servizio in Germania sfiora il 18%. Su un pieno medio di 55 litri un automobilista italiano paga dai 10 ai 13 euro in più rispetto a un tedesco. I prezzi del pieno al dettaglio – sottolinea Uecoop – possono variare anche di diversi centesimi al litro a seconda che si vada in una pompa servita o self service, che ci si trovi dentro la rete autostradale oppure che si faccia rifornimento in una cosiddetta pompa bianca, ossia fuori dal network delle grandi aziende petrolifere.
Nell’Unione europea il record del caro prezzi per la benzina – rileva Uecoop – è dei Paesi Bassi con un valore medio di 1,67 al litro, seguita dalla Grecia con 1,66 e appena sopra l’Italia che segue a ruota con 1,63 euro al litro.
L’Italia – conclude Uecoop – è nella top ten della benzina più cara del mondo con pesanti ripercussioni sia sui bilanci delle famiglie che sui costi che le imprese, comprese quelle cooperative, devono affrontare ogni giorno.