Benessere, sport e qualita’ della vita fanno rima con la dieta a base di frutta e verdura. “Se e’ bio, a kmzero e comprata in fattoria ancora meglio – rivelano i dati dell’indagine sui consumi condotta da Roberto Della Casa dell’Universita’ di Bologna presentata al MacFrut di Rimini in occasione del convegno organizzato da Coldiretti Veneto.
I consumi in Italia sono aumentati di quasi un miliardo di chili nell’ultimo decennio facendo registrare nel 2018 il record del periodo per un quantitativo complessivo nel carrello di 8,7 miliardi di chili. E’ quanto emerge da una analisi condotta dalla Coldiretti La spinta è avvenuta per effetto soprattutto delle preferenze alimentari dei giovani che – sottolinea la Coldiretti – fanno sempre più attenzione al benessere a tavola con smoothies, frullati e centrifugati consumati al bar o anche a casa grazie alle nuove tecnologie. Se le mele a livello nazionale – precisa la Coldiretti – sono state il frutto più consumato, al secondo posto ci sono le arance, mentre tra gli ortaggi preferiti dagli italiani salgono sul podio nell’ordine le patate, i pomodori e le insalate/indivie. In crescita la spesa per gli ortaggi freschi pronti al consumo (la cosiddetta IV gamma) che chiudono il 2018 con una crescita a valore del +5% rispetto all’anno precedente con quasi 20 milioni di famiglie acquirenti, secondo Ismea. Tra le tendenze si registra il forte aumento degli acquisti diretti dal produttore dove nel corso del 2018 hanno fatto la spesa 6 italiani su dieci almeno una volta al mese secondo l’indagine Coldiretti/Ixe. L’orientamento alla tutela della biodiverdita’ e al naturale e’ un valore aggiunto che la societa’ sollecita – ha spiegato Cesare Bello’ di OpoVe che insieme ad una cordata di agronomi, esperti universitari e imprenditori del settore ha presentato nel Programma di Sviluppo Rurale nella misura ad hoc un progetto che coinvolgera’ 2mila aziende in uno studio sperimentale che beneficia di fondi a livello comunitario.
Le politiche per il settore vanno condivise con i rappresentanti delle associazioni di categoria – ha specificato l’Assessore all’agricoltura Giuseppe Pan – per mettere campo strategie all’altezza della professionalita’ imprenditoriale delle aziende.
Il Veneto brilla non solo per qualita’ delle produzioni e nonostante la scure su particolari specialita’ come l’embargo russo – ha precisato Elisa Macchi del Cso Italy – processo innovativo e’ proseguito. Dai sensori in campo per ottimizzare il ciclo colturale delle produzioni al vassoio con airbag per non ammaccare la frutta pronta al consumo fino alle nuove combinazioni tra frutta e formaggi nel ready to eat.
E se gli effetti climatici o le importazioni dall’estero hanno favorito la presenza di insetti alieni, secondo Paolo Fontana della Fondazione Edmund Mach, l’equilibrio va sorvegliato come e’ da considerare che anche per quanto riguarda le ‘bonta’ esotiche’ a livello nazionale possiamo immaginare una futura autosufficienza se valutiamo le nuove frontiere al sud come lo spostamento di colture al nord.
Lo snodo dell’import incontrollato rimane centrale – ha sottolineato Daniele Salvagno presidente di Coldiretti Veneto – sotto accusa anche gli accordi commerciali agevolati stipulati dall’Unione Europea come il caso delle condizioni favorevoli che sono state concesse al Marocco per pomodoro da mensa, arance, clementine, fragole, cetrioli e zucchine o all’Egitto per fragole, uva da tavola, finocchi e carciofi. Trattati – ha continuato Salvagno – fortemente contestati perché nei paesi di origine è spesso permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa, ma anche perché le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera.