Filone-bis del processo Pfas, Zanoni (PD): “Serve una sentenza esemplare. Inquinamento più grave al mondo, Miteni deve risarcire enti pubblici e cittadini contaminati”

Per decenni le acque della seconda falda più grande d’Europa, in Veneto, sono state inquinate con sostanze chimiche, gli Pfas. Un disastro ambientale che ha messo a rischio la salute di un’intera regione e centinaia di migliaia di persone. Da qui è partito il più grande processo italiano per inquinamento ambientale.

Il 20 gennaio scorso al Tribunale di Vicenza si è concretizzata la speranza di 350mila residenti nel territorio vicentino di diventare parte civile contro la società Miteni, ritenuta responsabile di aver inquinato la seconda falda più grande d’Europa. Oggi si è arrivati ad un punto di svolta nel processo.

“La richiesta di rinvio a giudizio è una buona notizia per i cittadini veneti, in particolare per gli oltre 350mila col sangue contaminato a causa dell’inquinamento da Pfas più grave al mondo. Auspico un processo in tempi ragionevoli e una sentenza esemplare: devono risarcire in sede civile tutti i danneggiati”. Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, interviene sull’udienza preliminare riguardante il ‘filone bis’ processo Pfas per i reati ambientali commessi successivamente al 23 luglio 2013, terminata con la richiesta di rinvio a giudizio di otto dirigenti della Miteni di Trissino da parte della Procura di Vicenza. “Mi auguro che vengano ravvisati i reati previsti dalla legge sugli ecoreati approvata nel 2015 dal governo di centrosinistra, che prevede tra l’altro tempi di prescrizione molto più lunghi”.

“Vedremo se a gennaio saranno unificati i due procedimenti – prosegue Zanoni – Invito comunque la Regione ad attuare un’azione molto incisiva per quanto riguarda la costituzione di parte civile. Regione che per troppo tempo ha sottovalutato le denunce dei cittadini, muovendosi in ritardo. Altro che ‘in Veneto prima viene la salute’ come ha detto qualche giorno fa il presidente Zaia intervistato da Fabio Fazio! Ricordo che nel primo processo il Gup ha ammesso circa 230 realtà tra associazioni, istituzioni ed ex dipendenti, che avranno diritto a un eventuale risarcimento.  Va fatto valere non solo il principio ‘chi inquina paga’, ma anche ‘chi contamina paga’: i numeri sono impressionanti; quattro province e circa 80 comuni coinvolti, di cui 30 inseriti in zona rossa. Sono a fianco delle associazioni e dei i cittadini costituiti, molti dei quali intervenuti durante le audizioni della Commissione speciale di inchiesta sui Pfas della quale ero componente espressione del gruppo del Partito Democratico, che hanno avuto ripercussioni anche sanitarie. Resto a loro disposizione, sia nel ruolo di consigliere che di presidente della Quarta commissione”.

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