Stop alle trivellazioni in Veneto, voto unanime in consiglio. Sì anche dal Pd

Con voto unanime del Consiglio regionale è stata approvata la mozione presentata da Roberto Ciambetti dal titolo “In assenza di un piano che tuteli le aree più fragili del nostro Paese il governo non rilasci alcun permesso di ricerca e coltivazione di idrocarburi”.

La mozione ha visto l’appoggio di tutti i gruppi consiliari che hanno sottoscritto il testo con cui si chiede alla Giunta regionale di chiedere al governo la reintroduzione del cosiddetto “Piano delle aree quale strumento di programmazione primario e proporre una nuova strategia energetica nazionale in linea con l’accordo sul clima di Parigi e in secondo luogo chiedere al governo nazionale , nelle more della nuova Strategia Nazionale delle Green community, di non rilasciare alcun permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, al fine di garantire la sicurezza del nostro territorio anche in virtù dei suoi valori ambientali e paesaggistici”. “Sono particolarmente soddisfatto – ha dichiarato il presidente Ciambetti – del dibattito sobrio ma concreto attorno a questa mozione e devo ringraziare tutti i gruppi consiliari per l’appoggio dato a questa mozione e l’unanimità conquistata attorno a un tema che investe non solo le aree costiere, non solo la Laguna veneziana o il Polesine, ma l’intero Veneto. E’ la stessa unanimità che ci portò a sostenere il referendum sulle Trivelle e che oggi ritroviamo per dire no a chi vuole mettere a rischio il nostro territorio, l’ambiente e le attività economiche ad iniziare dal turismo” .

Critiche al Pd, che ha votato favorevolmente alla mozione, vengono dal M5S: “Il Partito democratico è in corto circuito: a Roma approva le trivelle, a Venezia chiede al proprio Governo di stopparle”. Sono le parole della Consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin. “Un decreto ministeriale pubblicato pochi giorni fa in Gazzetta Ufficiale – puntualizza la Consigliera – permette infatti alle compagnie di modificare in corsa il programma di sviluppo: quindi, sono possibili altri pozzi, contrariamente a quanto annunciato dall’ex premier Renzi per ‘svuotare’ la consultazione del 17 aprile dell’anno scorso. Vorrei capire il motivo di questo corto circuito: il Pd, con una mano porta avanti le trivellazioni e con l’altra vota una mozione che chiede al proprio Governo di non rilasciare altri permessi di ricerca e coltivazione di idrocarburi. Il tutto senza dare alcun peso al volere di quei 13 milioni di persone che hanno votato sì al referendum di un anno fa, proprio per chiedere lo stop alle trivelle”. “Noi del Movimento 5 Stelle – conclude Baldin – siamo stati sempre molto chiari su questo argomento. No alle trivellazioni, sia in mare che in terra”.

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