Ceta, no di Zaia: “Tutti i produttori sono contrari, il Governo li ascolti”

“La Regione Veneto è ufficialmente contraria al trattato di libero scambio con il Canada: i nostri produttori non vogliono questo accordo”. Lo ha ribadito il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, intervenendo oggi a Roma alla manifestazione della Coldiretti, davanti a Montecitorio.

“Questa sembra la storia della banda Bassotti, tornano sempre loro. I fautori dell’accordo Ue-Canada sono quelli che in Europa hanno fatto le battaglie per far sì i fondi comunitari non vengano dati agli agricoltori veri, ma a coloro che non vivono di agricoltura. Sono gli stessi che al tavolo delle trattative sostenevano che gli Ogm sarebbero stati la salvezza dell’agricoltura. Noi invece, insieme ai nostri produttori, diciamo no agli Ogm, così come diciamo no all’accordo Ceta, che nega l’identità produttiva delle nostre regioni”.

Per il presidente del Veneto, ex ministro dell’agricoltura, l’Italia deve dire ‘no’ al Ceta e rivedere l’accordo di libero scambio alla luce del peso commerciale dell’export italiano oltre Atlantico. “Il Canada per l’Europa rappresenta il 12° paese per le esportazioni, ha ricordato Zaia, “noi per loro, invece, siamo il secondo paese”.

“Se in Europa, a febbraio, hanno votato sì a questo trattato, l’Italia non può e non deve ratificarlo – ha esortato il governatore del veneto, suscitando gli applausi del ‘popolo’ della Coldiretti – perché non possiamo accettare che, su 291 denominazioni di origine, solo 41 siano tutelate. E’ una questione di rispetto per i nostri agricoltori, per il loro lavoro per la nostra identità e per la sicurezza alimentare”.

“Leggendo questo accordo e i suoi allegati – ha proseguito Zaia – si scopre che si prevede non solo l’abbattimento pressoché totale dei dazi e delle norme di tutela e qualità, ma anche che potranno liberamente essere commercializzati prodotti simili al nostro ‘Asiago’ o ‘Gorgonzola’, con la semplice dizione ‘tipo’ o ‘simil’. Ma allora, che ne è di tutta la nostra battaglia contro l’italian sounding, il falso ‘Parmesan’ e i rischi di contraffazione? Un paese che ha dignità, difende i propri confini e i propri prodotti”.

“Un paese che vanta 4.500 prodotti tipici, “frutto del lavoro e della creatività dei nostri agricoltori”, deve lanciare questa sfida al governo nazionale e imporgli di non firmare”, ha scandito Zaia, prendendo le difese dei produttori di una regione che produce 351 prodotti a denominazione d’origine, e dove l’agricoltura è uno dei settori trainanti dell’export ‘tricolore’, con 6 miliardi di fatturato e 160 mila imprese agricole.

“Dobbiamo lanciare questa sfida – ha avvertito il presidente del Veneto – Un governo che non è stato eletto direttamente dai cittadini e che è prossimo alla scadenza elettorale, non può prendersi la responsabilità di dire sì a un accordo penalizzante come questo. Se la maggior parte dei produttori italiani dice ‘no’, il governo dovrà rispettare la loro indicazione e non può ratificare questa intesa, che – oltre ad abbattere dazi e regole – abbatte la sicurezza alimentare. Ricordo che in Canada si utilizzano presidi fitosanitari e antiparassitari, tipo il glifosate, che in Italia sono vietati”.

“Questa è la madre di tutte le battaglie – ha concluso Zaia – Di questo passo andremo a importare da paesi, come il Giappone, il Vietnam o il Nord Africa, che utilizzano ancora il Ddt nelle loro produzioni, alla faccia del diritto alla salute dei cittadini!”.