Coldiretti Veneto sui Voucher: “La digitalizzazione spinta non vale per gli agricoltori”

L’associazione di categoria polemizza su metodo e tempistiche di emissione dei nuovi voucher, reintrodotti proprio per agevolare lavoratore e datore di lavoro.

I nuovi voucher super telematici non convincono Coldiretti Veneto che, secondo gli ultimi dati, aveva collezionato 600 mila degli ex buoni lavoro solo per il settore agricolo. Annunciati come strumento ad alta digitalizzazione in realtà, per il primario,  Coldiretti registra il primo ostacolo burocratico: al settore non sono concessi i tre giorni per la comunicazione preventiva e gli intermediari non sono ancora abilitati. Se la preoccupazione iniziale era per la poca dimestichezza del prestatore d’opera nei confronti di internet e la tecnologia con cui ci si approccia a questo modello, ora l’allarme è per una piattaforma informatica che non è allineata completamente con le caratteristiche del settore.

Ancora una volta la burocrazia prevarica le disposizioni legislative bloccando di fatto l’applicazione” , sostiene Coldiretti sollecitando l’Inps, l’istituto nazionale della previdenza, a superare immediatamente questo impasse al fine del pieno utilizzo delle nuove prestazioni occasionali anche nel comparto in cui sono nate e che anche nel passato non hanno dato luogo agli abusi che si sono verificati altrove. Da subito accolto con favore dagli operatori agricoli, il voucher è stato snaturato da un uso distorto che ha fatto perdere di vista la funzione principale, ovvero retribuire la professionalità stagionale di giovani studenti, pensionati, cassa integrati che grazie a questo tipo di impiego sperimentavano un rapporto diretto e innovativo con il mondo rurale.

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