Legge sull’invecchiamento attivo, gli over 65 di Coldiretti: “Pronti a mettere in campo la nostra esperienza”

Terza età da pensionati? Neanche per sogno, gli over 65 di Coldiretti Veneto vogliono essere parte operativa della società odierna, mettendo sul piatto tanta esperienza acquisita nel corso della propria vita professionale.

Il Veneto punta a nuovi modelli di integrazione socio-sanitaria e rende gli anziani protagonisti ‘attivi’ della terza e quarta età”.

Sono queste le dichiarazioni a caldo di Marino Bianchi, presidente degli over 65 di Coldiretti Veneto, nel presentare  la nuova legge regionale sull’invecchiamento attivo al consiglio dell’associazione Federpersionati riunito a Mestre. Il provvedimento che valorizza il ruolo dei “senior” nella società promuovendo la loro partecipazione civile, economica, culturale favorendone il benessere nell’ambito dei loro abituali contesti di vita, è stato oggetto si discussione da parte dei dirigenti provinciali che hanno auspicato di incontrare presto l’Assessore Manuela Lanzarin per definire nei dettagli la programmazione degli interventi.

Siamo coinvolti direttamente – ha spiegato Marino Bianchi – in quanto l’amministrazione regionale considera di utilità collettiva le iniziative che puntano alla salvaguardia del territorio. Possiamo portare l’esperienza della nostra progettualità in termini di formazione, cura e manutenzione del territorio, rispetto per la natura e i suoi ritmi e un convincente approccio sulla sana e corretta alimentazione. Secondo Coldiretti che ha seguito l’iter legislativo la presenza in seno alla consulta regionale di un rappresentante del Cupla – soggetto istituzionale di rappresentanza dei lavoratori autonomi insieme alle altre forze- è un riconoscimento ulteriore di trasversalità del tavolo. Coldiretti – ha sottolineato Marino Bianchi– è pronta a mettere a disposizione la professionalità e le competenze che hanno portato l’Associazione a lavorare sulle reti sociali, sul volontariato, sul welfare di comunità su nuovi modi di abitare che superino l’individualismo dei singoli nuclei familiari e valorizzino l’effetto sociale e di sicurezza creato da servizi e spazi comuni”.

 

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