Boom delle estorsioni, in Veneto in 5 anni +79%

Negli ultimi 5 anni (2010-2015) le denunce per estorsione sono aumentate del 64,2%: in valori assoluti sono passate da 5.992 a 9.839. A indicarlo la Cgia di Mestre secondo la quale gli incrementi percentuali più importanti hanno interessato le regioni del Nordest: nel Trentino Alto Adige del +188% (in valore assoluti +94), in Emilia Romagna del +172,8% (+ 501 in termini assoluti) e in Friuli Venezia Giulia del +125,4% (+79 denunce). L’ultima regione nordestina, il Veneto, ha registrato un incremento del 79,5% pari ad un aumento in termini assoluti di 217 denunce. La regione con il più alto numero di denunce è la Lombardia che nel 2015 ne ha registrate 1.336. Al secondo posto la Campania con 1.277 e al terzo il Lazio con 916. Pur essendo molto contenuto (nel 2015 le segnalazioni sono state solo 375), non va nemmeno sottovalutato il fenomeno dell’usura. Con le sole denunce effettuate, dice la Cgia, non è possibile dimensionare il fenomeno dell’usura. Le segnalazioni, purtroppo, sono molto esigue.

Sempre secondo la Cgia una delle ragioni che probabilmente continua a spingere molti piccoli imprenditori tra le braccia degli usurai sarebbe il perdurare del credit crunch praticato dalle banche nei confronti delle imprese. Tra il giugno 2011 (punto più alto dell’erogazione del credito) e lo stesso mese di quest’anno, i prestiti bancari alle imprese (società non finanziarie e famiglie produttrici) sono diminuiti di 153,5 miliardi di euro (-15,3 per cento). Con una caduta verticale di questo genere, è molto probabile che alcune piccole imprese, sempre a corto di liquidità e tradizionalmente sotto-capitalizzate, pur di rimanere a galla siano ricorse a forme illegali di approvvigionamento del credito.