Contributi europei per il censimento del lupo nell’area alpina, controllo degli ibridi che risultano essere ben più pericolosi del lupo e arrivano ad attaccare l’uomo, e maggiori risorse per gli indennizzi agli allevatori. Ma soprattutto una correzione della direttiva comunitaria, che rimoduli in funzione dei diversi territori la definizione di ‘specie protetta’ per il lupo: queste le richieste che l’assessore all’agricoltura del Veneto Giuseppe Pan ha portato oggi al parlamento di Bruxelles, incontrando Herbert Dorfmann, europarlamentare del Ppe e componente della commissione Agricoltura. All’incontro hanno partecipato anche rappresentanti regionali di Cia, Coldiretti e Confagricoltura.
“Chiediamo alla Ue di rivedere le linee guida nei confronti degli Stati membri – è la richiesta rivolta dalla delegazione veneta – e di coinvolgere gli Stati nella gestione della presenza del lupo nell’area alpina. Nel nostro territorio il lupo non è affatto una specie in via di estinzione: nel giro di cinque anni gli esemplari monitorati in Veneto sono saliti da 2 a 38; nel corso dei primi nove mesi di quest’anno si sono resi responsabili dell’uccisione o del ferimento grave di 258 capi d’allevamento, tra bovini, ovini e asini”.
Nei giorni scorsi l’assessore aveva inviato una articolata lettera ai massimi rappresentanti delle istituzioni europee, chiedendo di rivedere per il lupo lo status di ‘specie protetta’ in funzione delle caratteristiche del territorio in cui è insediato. Il documento della Giunta regionale del Veneto ha evidenziato criticità e nuove problematiche nella gestione del carnivoro, suggerendo un tetto massimo di esemplari sostenibile nei territori dove siano presenti attività zootecniche.