Con oltre 62mila aziende agricole che lavorano una superficie totale di 800mila ettari, il Veneto è una delle regioni ai vertici nazionali per produzione lorda vendibile che supera i 5,8 miliardi di euro e un valore dell’export agroalimentare superiore ai 7 miliardi. Numeri importantissimi – commenta Coldiretti – frutto di una agricoltura variegata, dall’ortofrutta alla carne, dal latte al vino con prodotti blasonati da denominazioni Con l’emergenza sanitaria il sistema è in sofferenza, fino alla pesca: le perdite riguardano tutti i settori e in molti casi le imprese florovivaistiche e
La reazione degli imprenditori agricoli è stata comunque incoraggiante: l’avvio delle consegne a domicilio di spesa a kmzero e pasti, la ripresa dei mercati nelle piazze, sono alcune delle soluzioni messe in campo per continuarea guardare con fiducia al futuro. Una boccata di ossigeno è arrivata anche per i titolari di serre e garden che hanno potuto riaprire al pubblico rispettando misure di sicurezza ancora più restrittive, nonostante la perdita pressoché totale della produzione primaverile.
La situazione è molto difficile: a livello nazionale delle 30mila imprese italiane
L’Unione Europea – sottolinea la Coldiretti – rischia di perdere quest’anno l’autosufficienza alimentare e il suo ruolo di principale esportatore mondiale di alimenti per un valore si 151,2 miliardi di euro con un surplus commerciale nell’agroalimentare di 31,9 miliardi. Un sistema che – continua la Coldiretti – poggia anche sui primati dell’agricoltura Made in Italy che si classifica al primo posto a livello comunitario per numero di imprese e valore aggiunto grazie ai primati produttivi, dal grano duro per la pasta al riso, dal vino alla gran parte dei prodotti ortofrutticoli ma anche per la leadership nei prodotti di qualità come salumi e formaggi.
E’ necessaria una risposta adeguata dalla Commissione UE e dei Capi di Stato e di Governo con il riconoscimento del ruolo centrale e strategico dell’agricoltura nella proposta relativa al Quadro Finanziario Pluriennale UE 2021 – 2027 dove i tagli di risorse paventati sono inaccettabili e devono invece essere previsti – precisa la Coldiretti – opportuni strumenti e finanziamenti, anche fuori dal bilancio della PAC, per gestire l’attuale crisi.
Da quando è cominciata la pandemia in Italia il 57% delle aziende agricole ha registrato una diminuzione dell’attività – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – con un impatto che varia da settore a settore con picchi anche del 100% come per l’agriturismo dove sono chiuse per le misure anti contagio tutte le 23mila strutture italiane, di cui ben 1200 in Veneto. Il 70% delle aziende agricole sta subendo cancellazioni di prenotazioni e commesse all’estero – spiega Coldiretti – anche per le difficoltà alle frontiere e il crollo dei servizi forniti a bar e ristoranti chiusi per l’emergenza, con una pioggia di disdette provenienti dai clienti di tutto il mondo. Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè a pagare il conto più pesante all’estero sono stati il settore del vino e del florovivaismo, ma difficoltà sono segnalate anche per ortofrutta, formaggi, salumi e conserve. L’aumento delle vendite al dettaglio in negozi e supermercati in molti settori non hanno compensato le perdite subite nelle esportazioni e nel canale della ristorazione che da solo assorbe circa 20 miliardi di cibi e bevande
In gioco – sottolinea la Coldiretti – c’è una filiera allargata che in Italia dai campi agli scaffali vale oltre 538 miliardi con l’allarme globale provocato dal Coronavirus che ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza. Ma l’emergenza Covid 19, ne sta però mettendo a nudo tutte le fragilità sulle quali è necessario intervenire con il piano Marshall proposto dalla Coldiretti per l’agroalimentare che ha bisogno di una robusta iniezione di liquidità. Ci sono le condizioni – continua la Coldiretti – per rispondere alle domande dei consumatori ed investire sull’agricoltura nazionale che è in grado di offrire produzione di qualità realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti. Investire è dunque un imperativo categorico in un’ottica di sviluppo sostenibile che spinga l’innovazione e valorizzi le potenzialità del settore e garantisca al Paese le scorte alimentari strategiche di cui ha bisogno.
L’’Italia in futuro – conclude la Coldiretti – potrà trarre beneficio dalla sua tradizione rurale ma occorre invertire la tendenza del passato a sottovalutare il patrimonio agroalimentare nazionale in una situazione in cui l’ultima generazione è stata responsabile della perdita di ¼ delle terre fertile nella Penisola per colpa dell’urbanizzazione e dell’abbandono forzato.