
Il Veneto sollecita lo Stato a ripristinare il servizio militare e civile obbligatorio, organizzato su base regionale e della durata di 8 mesi, per «dedicare un periodo della propria vita al territorio di appartenenza». E’ sotto esame proprio in queste ore un progetto di legge nazionale, licenziato in Commissione con i voti della maggioranza di centrodestra, con l’obiettivo di reintrodurre la ferma obbligatoria a partire dal 2021. Secondo il relatore di maggioranza, Massimo Giorgetti (Forza Italia), dopo la sospensione della “naja” con la legge 331 del 2000, «quel senso di appartenenza al territorio che si percepiva precedentemente è in parte venuto a scemare», e il servizio civile volontario non avrebbe «rinsaldato quel desiderio di appartenenza al gruppo che in molti ricordano conseguente al periodo vissuto con i commilitoni durante la leva o comunque in forme alternative al servizio militare». La scelta tra servizio civile o militare, paritaria per gli uomini e le donne, è destinata ai cittadini da 18 a 28 anni. Il servizio civile è previsto solo in associazioni nazionali o locali di protezione civile; la ferma andrà svolta nel territorio della propria regione.
Intanto di fronte alla sede del Consiglio regionale è andata in scena oggi una contestazione nonviolenta attuata oggi da un gruppo di studenti medi del Veneto. Qui nel pomeriggio sarà in discussione il progetto di legge statale che prevede il ritorno dell’obbligo della leva o del servizio civile.
Alcuni giovani che si sono sottoposti al taglio totale di capelli, per richiamare “l’attenzione di una Regione – hanno spiegato – che non ci ha mai ascoltati mentre chiedevamo più investimenti in istruzione e ricerca, per una scuola e un’università diverse”. “Se la Regione ci vuole soldati, ordinati e omologati, i nostri capelli sono il massimo che siamo disposti a darle: che ne faccia quello che vuole. Ma giù le mani dal nostro futuro e dal nostro tempo” hanno spiegato i dimostranti.