Per Confcommercio Vicenza il decoro e la sicurezza della città è sempre stata una priorità inderogabile, al centro di appelli, sollecitazioni, prese di posizione, incontri con i vertici istituzionali e delle Forze dell’Ordine susseguitisi negli anni. Ultimi in ordine di tempo quelli con Prefetto e Questore del fine febbraio scorsi, durante il quale il presidente di Confcommercio Vicenza Sergio Rebecca ha battuto ancora una volta il tasto: “La sicurezza prima di tutto”.
Gli ultimi fatti accaduti a Campo Marzo a Vicenza, con scene truculente da “far west” nella lite tra due immigrati, in pieno giorno con tanto di immagini rimbalzate sui media, è l’ennesima dimostrazione, però, che nonostante il problema criminalità sia, per i vicentini, in cima alla lista delle priorità, la situazione rimane da troppo tempo ancora critica: “Quanto accaduto è inqualificabile e aumenta ancora più la soglia di allarme tra i cittadini in primis e poi tra gli stessi imprenditori del commercio e del turismo del centro storico, visto che tutto questo è accaduto praticamente nel cuore della città – afferma il presidente di Confcommercio Vicenza Sergio Rebecca -. Siamo tutti convinti che le Forze dell’Ordine – tra l’altro tempestivamente intervenute nel caso specifico come in altri casi – stiano facendo il massimo, ma a questo punto il “massimo” non basta più, perché siamo di fronte a persone che sanno di poter fare qualsiasi cosa senza rischiare nulla”. A rendere ancor più incredibile quanto accaduto nei giorni scorsi è stato proprio il fatto che i due protagonisti siano tornati subito in libertà e che in sostanza nulla impedisce loro di continuare a girare tranquillamente per la città.
Il paradosso è proprio questo: Confcommercio Vicenza in passato ha più volte rilanciato la necessità di un costante presidio della zona e ora torna sul tavolo l’ipotesi di recintare Campo Marzo, ma per risolvere questa emergenza, secondo il presidente Rebecca, serve anche altro. “Il problema reale – afferma – è che la condizione di richiedenti asilo, unita a norme penali che da garantiste si sono trasformate in lassiste, fa di questi finti profughi degli impunibili. Questa gente – che nulla ha a che fare con chi realmente scappa da situazioni catastrofiche – sa i confini entro i quali può delinquere senza finire in carcere, sa che è difficilissimo essere preso e rispedito a casa propria e si fa forza di tutto questo per vivere fuori dalle leggi, trascinando la nostra ed altre città nel degrado, seminando paura e insicurezza a tutti i livelli. Non si può più restare a guardare – aggiunge Sergio Rebecca -, non possiamo più accettare la protervia di questi delinquenti che vivono di espedienti, di criminalità, di violenza, di sopraffazione e che agiscono fuori dalle regole civili. Urge trovare rimedi che vadano alla radice del problema”.
Nell’immediato, secondo il presidente di Confcommercio Vicenza, “è palese la necessità di avere a disposizione più uomini delle Forze dell’Ordine a controllare le strade, le piazze, i luoghi potenzialmente pericolosi. I cittadini sono stanchi di interventi spot, ci dicano quando arriveranno rinforzi: ci servono certezze sui tempi e sulle modalità”
Poi, per il presidente Rebecca, serve una forte presa di coscienza della politica: “Quello della sicurezza non è un problema solo di Vicenza, interessa tante altre piccole e medie città: è un problema nazionale da risolvere con norme più severe, che non vanifichino l’egregio lavoro delle Forze dell’Ordine e diano alla Magistratura strumenti per rendere inoffensivi questi criminali. Abbiamo un problema di carceri piene? Allora, se serve, allarghiamole o utilizziamo tutte quelle forme di controllo di una delinquenza devastante”.
E’ sulle leggi, dunque, per il presidente di Confcommercio Vicenza, che si deve agire: “Per tante norme utili a creare consenso ai partiti si è notato in passato un certo “fervorino”, su altre, come quelle per garantire maggiore sicurezza e salvare dal degrado le nostre città, non si è visto altrettanto. E allora, visto che oramai la campagna elettorale si avvicina – conclude Sergio Rebecca -, i partiti ci dicano come intendono risolvere il problema sicurezza, con proposte concrete, dichiarando un timing preciso di ciò che intendono fare. Non sono più ammesse risposte evasive: su questo tema i partiti si giocano la credibilità; e i cittadini, c’è di che esserne certi, ne terranno conto quando si tratterà di depositare la scheda elettorale nell’urna”.