Cgil Vicenza per l’astensione al referendum, Zanni: “Gigantesco inganno”

Il segretario generale della Cgil di Vicenza Giampaolo Zanni ha affidato ad una nota la posizione del sindacato berico sull’imminente voto referendario per l’autonomia del Veneto del 22 dicembre.

“Mi è stato chiesto cosa farò domenica prossima, in occasione del referendum fortemente voluto dalla Lega e dal presidente della Regione Veneto.

Semplice, come Segretario Generale della CGIL vicentina farò quello che è emerso dopo una riunione del Comitato Direttivo provinciale, nel corso della quale abbiamo approfondito il tema del referendum invitando ai lavori un professore di Diritto Pubblico dell’Università di Padova.

Domenica prossima, fermo restando la libertà di scelta dei nostri iscritti, noi non andremo a votare.

Giampaolo Zanni – Cgil Vicenza

Non andremo a votare perché quello di domenica è un voto totalmente inutile, nel senso che non produrrà alcun effetto giuridico o pratico, essendo un referendum solo consultivo, per appoggiare una richiesta di maggior autonomia che poteva essere avanzata, come ad esempio ha fatto la Regione Emilia Romagna, senza dover indire un referendum, in quanto già prevista dalla nostra bella e preziosa Costituzione.

Non andremo a votare perché quei 14 milioni di Euro buttati via per un voto inutile potevano essere utilizzati per finanziare servizi sempre più scarsi ai cittadini, per  curare un territorio che frana ad ogni pioggia più duratura del solito, e meglio ancora per portare acqua non contaminata dai PFAS a quei cittadini che da anni bevono acqua avvelenata anche a causa dei mancati controlli della Regione Veneto e di chi l’ha governata finora: quel Galan che poi è finito in manette e quel Zaia che ha continuato a finanziare opere inutili e dannose per il territorio come la Pedemontana e non ha saputo impedire disastri ambientali come quello dei PFAS ed il dissesto delle due banche venete, che ha colpito in primis proprio i cittadini di questa regione.

Non andremo a votare perché dietro ad una domanda fin troppo banale (“Vuoi tu maggior autonomia…”), l’unica formulazione accolta dalla consulta che ha bocciato le altre 4 che Zaia aveva richiesto in quanto palesemente anticostituzionali (una chiedeva  addirittura l’indipendenza della regione) si nasconde un progetto che noi sempre contrasteremo, con le barricate se servisse, quello della divisione del nostro paese.

Non andremo a votare in ultima analisi perché ci pare questo un modo per non essere complici di questo gigantesco inganno politico e culturale, che mira solo ad acquisire consensi elettorali in vista delle elezioni politiche della prossima primavera e non si preoccupa del fatto che quando i cittadini si accorgeranno dell’inganno avranno ancora meno fiducia nelle istituzioni e nella partecipazione, beni preziosi in un paese democratico”.