E’ uno degli ultimi artisti scultori rimasti a Vicenza. Ha lo spirito di un giovanotto e l’esperienza vissuta di quello che, candidamente, si potrebbe definire un vecchio. Lui è Ilario Trevellin e nel suo laboratorio sono presenti centinaia di opere d’arte realizzate con le sue mani.
Un parco esterno riempito di statue sono il racconto di una storia che dura da decenni. Ha iniziato a lavorare la pietra molto presto, aveva solo 14 anni e da allora non ha più smesso. Un po’ amareggiato per il mancato cambio generazionale che segnerà, probabilmente, la fine di un’epoca. Nella sua vita, l’artista Trevelin, ha girato in lungo e in largo tra fiere e lavori in piazza, parlare con un lui è come fare un tuffo nel passato, racconta di quando da giovane ha prodotto pezzi unici per grandi artisti, oppure fiero, non dimentica che i suoi lavori sono finiti in giro per il mondo, alcuni sono esposti nelle dimore di quelli che vengono definiti i potenti della terra. Ma la sua modestia la percepisci quando ti racconta da dove nascono le idee che trasformano la pietra in qualcosa di veramente unico. Passeggiando nel suo laboratorio, oltre che sentire il profumo della pietra grezza, ogni passo diventa una scoperta, dalla raffigurazione di un ecclesiaste a quella di un comandante che ha fatto la storia dell’esercito italiano per passare alle tante statue della Vergine Maria e della Madonna. Nell’angolo più nascosto c’è Poseidone un colosso alto più di due metri che sontuoso padroneggia il territorio e mette in evidenza quanto sudore ci sia dietro ad una scultura così importante. L’artista Ilario, ancora innamorato del suo lavoro, è pronto ad accogliere giovani e ad insegnare un mestiere che rischia di non aver futuro. il sacrificio e l’impegno, ci raconta Ilario, è ancora alla base di tutto ma, la soddisfazione nel vedere un lavoro terminato cancella ogni cosa e ti fa ancora brillare gli occhi, ecco perchè non riesce a smettere.