Ancora una, ultima, operazione nel segno di Federico Bonaldi.
È l’iniziativa che l’Assessorato alla Cultura di Bassano del Grappa propone per domenica 18 ottobre 2015 in Chiesetta dell’Angelo alle ore 18:00, quando prenderà avvio «La Madre di Bonaldi» una installazione firmata da Marco Chiurato per la chiusura dell’«Elogio della penombra. Le anime viventi di Federico Bonaldi» personale piccola, ma emozionante e fortunata, che Alessandro Molinari sta proponendo nel medesimo spazio espositivo nel suo ultimo giorno di apertura.
Ideata come iniziativa collaterale alla grande retrospettiva «Federico Bonaldi. La magia del racconto» proposta a Bassano del Grappa in Museo civico ed a Palazzo Sturm ed a Nove al Museo della ceramica, la personale di Molinari ha avuto l’indubbio merito di richiamare l’attenzione del pubblico. Anche perché inserita nella 4a edizione di “Bassano Fotografia” la mostra è riuscita ad attirare un’attenzione più vasta di quella riservata all’arte contemporanea, invitando molti a voler ammirare, dopo le riproduzioni fotografiche, anche quegli originali che nella stessa domenica di ottobre si proporranno al pubblico nei musei per l’ultima volta.
La produzione artistica bonaldiana è stata interpretata dall’obiettivo di Alessandro Molinari, grazie all’esperienza maturata durante le riprese dell’intero corpus delle opere per il catalogo della retrospettiva bassanese, con effetti di grande suggestione. Dalla medesima premessa e da una riflessione di Federico Bonaldi parte anche Marco Chiurato per le sue considerazioni sulla forza propulsiva, creatrice dell’arte.
Affermava Bonaldi: “Quello che conta è il fatto magico dell’oggetto, l’estetica viene dopo”.
Nella “mia tana” – lo studio appartato vicino al corso del Brenta – le mani di Federico Bonaldi posavano sul ripiano il “panetto” di terra cruda per domare l’argilla a mani protese con i pollici divaricati e affondati finché la terra, finalmente plasmabile, non diveniva un impasto umido, rilucente, gonfio d’aria e vivo, pronto per la ri-creazione artistica.
Il tema della madre (e della nonna) tutrici della sua infanzia felice ricorre spesso nelle opere bonaldiane accostato ai simboli della nascita, dell’inseminazione, dell’origine della vita come la rappresentazione dell’atto generativo nell’ovario del fiore, all’interno dell’alveare, nell’utero della madre, in luoghi interni e segreti, nell’ombra o nella penombra avvolta da umido tepore.
Altrettanto Marco Chiurato, nella sua installazione, ri-crea l’atto generativo come metafora usando la farina, l’acqua, il lievito-madre e il tepore da essi generato all’interno del “panetto” che lievita e si espande come terra domata e come questa si trasforma – miracolosamente – in opera d’arte che progressivamente solidifica. Arte come lievito madre, una spinta primigenia, vitale che respinge ogni staticità, qualsiasi imposizione di forma e di limiti.
Bonaldi bambino si trasformava per gioco in mago-sciamano creatore di “misteri”, opere che nascevano quasi dal nulla; Chiurato si affida agli elementi primari della nutrizione umana, il grano frutto della terra, l’acqua, l’aria, il calore, per comunicare questa energia che spinge, sollecita l’anima nel profondo, tende fino all’estremo le rigide fila del pensiero logico, per ridarci il senso del mistero della vita ambientandolo, giustamente, nella segreta e complice penombra evocatrice delle “anime viventi” di Bonaldi interpretate dalla sensibilità introspettiva di Alessandro Molinari.
L’installazione in Chiesetta dell’Angelo «La Madre di Bonaldi», curata da Flavia Casagranda, sarà visitabile nella serata di domenica 18 ottobre 2015 dalle ore 18:00 alle ore 20:00 ad ingresso libero.