Giornata frenetica quella di oggi per il complesso edilizio di Borgo Berga, al centro di grandi proteste ormai da anni. La zona è occupata dall’alba e, la protesta, non sembra terminare in tempi stretti. Siamo stati a Borgo Berga per raccogliere le dichiarazioni e le motivazioni che hanno portato ad un’azione così drastica.
Sono entrati questa mattina all’alba nel cantiere di Borgo Berga a Vicenza. Gli attivisti del collettivo “Vicenza Si Solleva” hanno chiuso l’accesso al cantiere per gli operai, impedendo di fatto la prosecuzione dei lavori. Alcuni di loro hanno poi installato due aree di presidio agli accessi al cantiere, mentre due di loro sono riusciti a scalare l’imponente gru e a srotolare un lungo striscione con su scritto “demolire Borgo Berga”. All’esterno si sono posizionate le Forze dell’Ordine che per ora stanno solo sorvegliando l’area.
Quella del cantiere è una vicenda che si trascina da anni ma che nelle ultime settimane ha visto un’accelerazione con la richiesta da parte della procura vicentina di sequestro di tutta l’area, compreso il nuovo tribunale, considerata una lottizzazione illegittima. La procura, dopo il rifiuto dei sigilli da parte del Gip Massimo Gerace, ha fatto ricorso al Tribunale del Riesame, che deciderà giovedì 23 marzo. Il numero degli indagati intanto, dopo le indagini del Corpo Forestale, è di 18 persone.
Abbiamo intervistato Teo Molin Fop, esponente del collettivo “Vicenza si solleva”.