Cesare Bocci e Tiziana Foschi in Pesce d’Aprile al Teatro Remondini di Bassano

Si rinnova l’appuntamento con la Stagione Teatrale della Città di Bassano del Grappa, che mercoledì 5 febbraio vedrà salire sul palco del Teatro Remondini Cesare Bocci e Tiziana Foschi, (Premiata Ditta) in Pesce d’Aprile, il racconto di un grande amore, quello tra Bocci e la moglie Daniela Spada, che la malattia ha reso ancora più grande. La compagnia incontrerà il pubblico alle ore 19.00 presso il Color Cafè.

Cesare Bocci, l’amatissimo Mimì Augello del “Commissario Montalbano” porta a teatro un testo fortemente autobiogra¬fico, tratto dall’omonimo romanzo scritto da lui stesso insieme a Daniela Spada, edito da Sperling & Kupfer e che in meno di un anno ha venduto più di diecimila copie.

La pieces, di Daniela Spada, Cesare Bocci e Tiziana Foschi, con la regia dello stesso Bocci, e la supervisione di Peppino Mazzotta, è il racconto di un’esperienza di vita reale, toccante, intima e straordinaria di un uomo e di una donna che non si danno per vinti quando all’improvviso il destino sconvolge la loro vita. Il 1 aprile di 20 anni fa, mentre Daniela Spada allattava la sua bambina, nata da poco, viene colpita da ictus post partum, il mondo, la vita cambiano in un attimo.
In scena Bocci recita sé stesso mentre Tiziana Foschi da voce e corpo all’amica Daniela.
Uno spettacolo vero, lucido, ironico e commovente, in cui i due protagonisti si mettono a nudo svelando le loro fragilità, raccontando come all’improvviso possano crollare le certezze e come si possa risalire dal baratro con caparbietà, incoscienza, tanto amore e voglia di vivere.
In un’alternanza di situazioni dolorose, grottesche, a volte divertenti, si delinea l’immagine di una donna prigioniera di un corpo che non le obbedisce più e che lotta per riconquistare la propria vita, con il suo uomo che le è accanto sempre e comunque sorridente. Con ironia e disarmante lucidità prende corpo una testimonianza diretta che trasmette tanta forza, quella forza che spesso manca nel quotidiano.
I due autori hanno quindi deciso di mettere da parte la loro ritrosia e condividere il loro personale calvario con un unico obiettivo: donare la propria esperienza come stimolo, incoraggiamento, consolazione per chiunque si trovi in una situazione di sofferenza.
Uno spettacolo che lascia gli occhi lucidi e la risata che prorompe all’improvviso a volte amara, altre volte semplice, spontanea, liberatoria, confermandosi   come un inno alla vita e un momento di riflessione necessario.

Prima dello spettacolo, alle 19.00 la compagnia incontra il pubblico grazie alla seconda tappa di ABBECEDARIO, il progetto di avvicinamento al teatro realizzato in collaborazione tra Operaestate e Color Teatri, nato con l’obiettivo di coinvolgere spettatori di diverse età e di portarli di fronte ai protagonisti del teatro: un incontro volto a stimolare la ricerca di approfondimento, confronto, dibattito e lo scambio.

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