Dibattito sul Futuro del lavoro e dei suoi spazi. A Verona il fondatore di Cowo racconta la sua storia

Arriva a Verona il tour di Massimo Carraro, fondatore della prima rete di coworking indipendenti. L’appuntamento è per venerdì 19 novembre, dalle 19.00, presso Lino’s & Co (Vicolo Valle 9b, Verona). L’occasione è riflettere sul futuro del lavoro, a partire dal volume “HO FATTO UN COWORKING, ANZI 100 – Se la relazione viene prima del business. Storia di Cowo®”.

Che cosa significa lavorare in modo innovativo? È la domanda da cui prende via il dibattito.

Se, prima della pandemia, il 95% delle aziende italiane non aveva mai pensato all’idea di spazi condivisi, né tantomeno provato a usufruirne e il 5% faceva i primi test, ora il quadro è differente: solo il 5% delle aziende non ha avuto il problema di “dove potevano lavorare le persone”, mentre il restante 95%, nello spazio di poche settimane durante l’inizio della pandemia, ha vissuto l’urgenza di interrogarsi sul modo per svolgere le attività aziendali, pur non andando in ufficio.

 Carraro racconterà la sua storia che inizia con una sfida dovuta a una crisi lavorativa: la fine del lavoro da creativo pubblicitario, accompagnata dall’intuizione di nuove possibilità date dalla tecnologia di poter lavorare in remoto aprendo milioni di nuove prospettive. Da qui la capacità di evolversi e cambiare, in funzione dei tempi e, anche, delle crisi economiche e professionali. Dal voler fare coworking insieme semplicemente condividendo uno spazio di lavoro e ammortizzando così le spese di ufficio, idea che ha segnato le basi della rete Cowo®, alla gestione dei primi aspetti burocratici, fiscali, amministrativi di un sistema sempre più complesso. Sostenibilità e relazione sono sempre stati i valori alla base di Cowo e che, con il tempo, non sono mai stati persi di vista. Oggi Cowo® è un network, una community intorno a valori condivisi.

La serata sarà l’occasione per affrontare il ruolo dello spazio coworking nella società fino all’arrivo della pandemia.

Com’è stata affrontata? Cos’è emerso dal lavoro dei coworker? Questi due anni di incertezze sono stati l’occasione per fermarsi, raccogliere dati e storie, analizzare dubbi, ascoltare e cogliere le tendenze di domani. Il coworking post pandemia: cambierà? 

Dall’analisi degli ultimi periodi, sono emerse tre tendenze che Carraro indagherà citando il lavoro realizzato negli anni con Ivana Pais, professoressa ordinaria di Sociologia Economica alla facoltà di Economia all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il Coworking ha bisogno dei “beni collettivi locali”, mezzi di trasporto che consentano di raggiungere facilmente lo spazio, commercio di prossimità, una certa “atmosfera” che possa stimolare il confronto e l’innovazione. Il coworking, da spazio condiviso, diventa concetto comune.

 L’ ufficio odierno diventerà una soluzione minoritaria, la gran parte di noi lavorerà in luoghi diversi, la cui offerta verrà articolata secondo modalità che oggi sono solo in embrione. Negli spazi di lavoro di domani, che già oggi iniziamo a vedere, non saranno le caratteristiche strutturali a fare la differenza o gli approcci imprenditoriali, più o meno spinti, ma le persone.

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