Cimice asiatica, coltivazioni in ginocchio. Frutticoltori veneti stimano il danno in 100 milioni

Non c’è pace tra i frutticoltori veneti che dopo aver dichiarato danni per 100 milioni di euro alle coltivazioni a causa della cimice asiatica, stanno per prepararsi alla prossima stagione ancora con l’insicurezza delle azioni previste per contrastare l’insetto alieno. Per questo motivo Coldiretti ha scritto oggi all’Assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan al fine di sollecitare l’intervento del Ministero dell’Ambiente per approntare le strategie di difesa biologica con l’uso dei antagonisti autoctoni e non. Per l’impiego della Vespa samurai, infatti, serve apposita autorizzazione ministeriale – sostiene Coldiretti che chiede, a tal proposito,  di accelerare l’iter burocratico.

Le misure di contenimento sono necessarie  – si legge nella lettera – diversamente si rischia di mettere in ginocchio definitivamente comparti che soffrono già della crisi di mercato, ma anche produzioni che invece presentano una buona risposta commerciale.

L’Halymorpha halys, meglio conosciuta come cimice asiatica o cimice cinese, proviene dalla Cina, dal Giappone e da Taiwan. Questo insetto infestante appartiene all’ordine Rhycota e al sottordine Heteroptera, della famiglia delle Pentatomidae.

Negli ultimi anni ha iniziato a diffondersi in Italia, soprattutto nelle campagne del Nord, dal Friuli Venezia Giulia al Veneto, ma arrivando perfino a raggiungere la Toscana. Le motivazioni di tale invasione sono certamente da ricercare nelle loro abitudini, sia alimentari che riproduttive. La cimice asiatica, infatti, è particolarmente golosa di frutta e ortaggi, che consuma in grandi quantità durante la primavera.  Questo insetto si riproduce due volte l’anno con un numero di esemplari tali da originare un’infestazione seria.

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