Sos Coronavirus per 300 mila anziani ricoverati in case di riposo

Con sempre più case di riposo investite dal contagio è allarme per oltre 300 mila nonni ospitati in 7 mila strutture da nord a sud dell’Italia. E’ quanto emerge da una analisi di Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, su dati del ministero dell’Interno in relazione alla pandemia da Coronavirus che sta colpendo in particolare le fasce più deboli della popolazione.

A fronte di morti e contagiati che si moltiplicano nelle case di riposo, da Medicina nel Bolognese a Barbariga e Quinzano nel Bresciano, da Merlara nel Padovano a Comeana in provincia di Prato, bisogna rafforzare le misure di sicurezza considerato che quasi 1 anziano su 3 è ricoverato proprio nelle zone epicentro del virus, fra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.

La situazione è molto pesante e costringe ormai a lavorare in condizioni estreme anche per le difficoltà a recuperare mascherine e indumenti protettivi per il personale delle RSA. Nella guerra al Coronavirus è fondamentale che gli operatori in servizio nelle case di riposo vengano dotati di tutti gli strumenti di protezione per tutelare sia la propria salute che quella degli anziani che devono accudire, la maggior parte dei quali sono non autosufficienti.

Il focolaio in una casa di riposo può trasformarsi in un dramma per i nonni ricoverati, per i loro parenti e per gli stessi operatori socio sanitari che li seguono ogni giorno. L’assistenza dentro e fuori le residenze specializzate è un servizio strategico nazionale di importanza crescente in uno scenario a medio termine in cui gli anziani cresceranno di numero sia nelle città che nei piccoli centri urbani a fronte di network familiari con sempre maggiori difficoltà ad assisterli dal punto di vista personale e di risorse disponibili.

Inoltre nonostante le case di riposo abbiamo in generale un ottimo livello di qualità e siano aumentate di numero del 30% in dieci anni in Italia la disponibilità media è solo di 1 posto letto ogni 41 anziani. E proprio i nonni non autosufficienti raddoppieranno fino a quasi 5 milioni entro il 2030 con circa il 10% ricoverato in strutture specializzate per un settore che nei prossimi quindici anni, per garantire posti letto e assistenza, avrà necessità di investimenti fra i 14 e i 24 miliardi di euro secondo un’analisi di Uecoop sull’ultimo report di Ubi Banca sulle RSA in Italia. Una situazione che impone di organizzare un sistema di welfare in grado di rispondere alla domanda di assistenza e servizi delle famiglie italiane potenziando la collaborazione fra il settore pubblico e quello privato.

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