Più di 40 giorni, tanto è passato dal primo caso di Covid-19 riscontrato in Italia. Da allora ad oggi la situazione è nota a tutti. Ma siamo davvero sicuri che tutto sia iniziato il 20 febbraio?
A dicembre, tra Lombardia e Veneto, c’è stato un gran numero di casi (anomali) di polmonite acuta a cui i medici non hanno saputo dare alcuna spiegazione sulla provenienza, troppi pazienti con la stessa patologia. Il Ministero della Salute ha provveduto in data 5 gennaio a redigere in fretta e furia una comunicazione inviata a tutte (ma c’è chi dice di non aver mai ricevuto nulla) le strutture ospedaliere in cui si portava all’attenzione di un virus che colpisce molti individui. Ora la domanda sorge spontanea, è possibile che dopo i tanti casi riscontrati a dicembre nessuno si sia accorto della gravità della situazione?
E ancora, dopo la comunicazione del Ministero (secondo campanello d’allarme) del 5 gennaio non era il caso di valutare in maniera diversa il da farsi? Infine, e forse è questo il quesito che maggiormente lascia tanti dubbi, dopo lo stato di emergenza dichiarato dal Governo in data 31 gennaio, non si è perso troppo tempo? Possibile che nessuno abbia avviato immediatamente un protocollo per mettersi ai ripari da un nemico sconosciuto?
Se analizziamo la situazione, scopriamo che ai primi di febbraio con l’emergenza in corso, per volontà di “qualcuno” (Di Maio n.d.r.) è stato inviato un carico importante di materiale sanitario, tra cui mascherine e vari dispositivi di sicurezza, in Cina in soccorso di chi stava già contrastando l’emergenza virus, riducendo al minimo le scorte per il nostro paese che da lì a breve ne avrebbe avuto un gran bisogno.
In sostanza, abbiamo buttato all’aria due mesi interi prima di capire che il Coronavirus non era una semplice influenza come dichiarato da molti, salvo poi fare dietrofront una volta che gli stessi sono stati contagiati. Ora la domanda sorge spontanea, quanto tempo passerà prima di poter tornare alla normalità? E se lo avessimo combattuto già a dicembre oggi saremmo completamente fuori da ogni pericolo? Purtroppo le domande sono ancora molte e il timore è che non troveranno mai risposta, intanto le aziende italiane sono al collasso, liberi professionisti e piccoli artigiani hanno rasentato il fondo e la situazione futura non prevede nulla di buono. A questo punto non ci resta che sperare.
ALLARME– Il 2020 sarà ricordato come l’anno della pandemia, una vera e propria guerra che ha coinvolto il mondo intero. Già perchè di guerra si può parlare oggi, contro un nemico vigliacco e invisibile. Ma com’è possibile che già nel 2015 tante voci, troppe, venute a galla solo in questi giorni predicassero l’allerta per un virus letale capace di infettare ed uccidere chiunque e in ogni dove?
Era il 2015 quando Bill Gates in uno dei suoi tanti congressi parlò proprio di questo: “Ogni governo sta investendo miliardi in armamenti, nella preparazione dei propri eserciti ad una guerra che in realtà non avverrà sul campo. Nei prossimi decenni saremo costretti a fronteggiare un nemico invisibile, un virus che colpirà chiunque e ucciderà senza dare tregua. Nessuno sta investendo abbastanza nello studio di farmaci, la situazione è sottovaluta e quando ci troveremo a fronteggiarla sarà troppo tardi.”
ANCHE L’ITALIA SAPEVA– Nei giorni scorsi sui social girava un altro video che oggi fa gridare allo scandalo. Il servizio della trasmissione Leonardo, programma scientifico di punta della rete nazionale Rai 3, portava a conoscenza di un virus costruito in un laboratorio cinese. Ci sono state varie smentite, si è detto che non c’è nessuna associazione tra quel filmato e il reale problema del Coronavirus, fatto sta che da quanto si apprende sembra corrispondere ogni elemento. Purtroppo nessuno ci dirà mai cos’è successo veramente e, vista la pandemia attuale, chissà cosa ci riserverà il futuro.
CRISI SANITARIA ED ECONOMICA– Intanto l’Italia piange per i decessi, che sfiorano 15 mila unità in tutto il paese e le strutture ospedaliere prese d’assalto con medici e infermieri costretti a turni massacranti. Il primo spiraglio di luce arriva, fortunatamente, dal numero di pazienti guariti, quasi 20 mila. Una volta superata l’emergenza Covid-19 bisogna pensare alla ripartenza economica, l’attuale DPCM in vigore fino al 13 aprile non sarà probabilmente l’ultimo in ordine cronologico ma visti i numeri, che ancora oggi sono elevati, c’è il rischio di dover prolungare la quarantena con conseguente chiusura di gran parte delle attività. Ma se così fosse come potrebbero sopravvivere le piccole e medie imprese? Sarà fondamentale continuare ad ispirarsi al vecchio detto “La speranza è l’ultima a morire”