Allarme Greenpeace, secondo parametri USA acqua di 130mila veneti non sicura

L’allarme viene lanciato da Greenpeace, che sul suo sito pubblica i dati della contaminazione delle acque da Pfas in 90 comuni del Veneto. E confronta i limiti adottati dalla Regione (530 nanogrammi/litro) con quelli di altri paesi, come Stati Uniti (70 ng/l), Svezia (90 ng/l) e Germania (100 ng/l), dove i livelli tollerati di Pfas sono molto al di sotto di quelli veneti. Negli Stati Uniti, fa notare Greenpeace, al superamento delle soglie consentite viene sospesa l’erogazione di acqua potabile.

“La contaminazione riguarda un’area abitata da oltre 350 mila persone compresa tra le province di Vicenza, Verona e Padova”, spiega l’organizzazione ambientalista sul suo sito. “I dati relativi al 2016, dimostrano che più di 130 mila cittadini veneti, hanno ricevuto nell’ultimo anno acqua potabile che negli Stati Uniti non è considerata sicura per la salute umana. Il numero sale a circa 200 mila abitanti se questi valori vengono confrontati con i livelli di sicurezza adottati in Svezia”.

Per questo Greenpeace lancia un appello alla Regione Veneto a fermare gli scarichi di Pfas nelle aree contaminate, ad adeguare i limiti di sicurezza a quelli di altri paesi europei, e infine a censire tutti gli scarichi e i responsabili delle fonti di inquinamento.

L’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin ha risposto all’allarme sollevato da Greenpeace ribadendo che “da quando è emersa quest’emergenza ambientale nel 2013, per la quale non esistevano parametri di riferimento, la Regione si è immediatamente attivata per la messa in sicurezza delle acque, in particolare con i filtri. L’acqua che esce dai rubinetti è quindi assolutamente potabile e non supera in nessun modo i parametri stabiliti dall’Istituto Superiore della Sanità, di cui non pare ci sia motivo di dubitare. L’uso dei filtri è comunque costoso e la Regione, d’intesa con enti gestori degli acquedotti, sta procedendo all’individuazione della soluzione tecnica strutturale per l’approvvigionamento idrico alternativo dell’area interessata dall’inquinamento”.

“La spesa per gli interventi attuati e per quelli in corso di cui si è fatta carico la Regione del Veneto è di circa 500 mila euro l’anno dal 2013” aggiunge Bottacin, “e l’agenzia ambientale regionale ARPAV è l’unica in Italia che si è dotata anche di macchinari specifici per questo tipo di analisi sulle acque con un costo di 1,2 milioni di euro. Questo perché la priorità è la sicurezza dei cittadini”.

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