Campagna referendaria, polemiche su richiesta di 1,2 milioni per la comunicazione

“Altri 700mila euro per la comunicazione referendaria sono ingiustificati. Alla fine, su questo versante, il Veneto spenderà il doppio della Lombardia: un milione e duecentomila per cinque milioni di abitanti contro un milione e trecentomila per dieci milioni di residenti”. Oggi è stato presentata in Prima commissione la delibera della Giunta contenente anche il secondo stanziamento, provvedimento bocciato dal Partito Democratico, come ha ribadito il capogruppo Stefano Fracasso. “Abbiamo votato contro il nuovo Piano di comunicazione della Giunta per vari motivi. Non abbiamo mai visto i siti di Inps, Inail, Ferrovie e altri enti statali, utilizzare banner oppure mettere riferimenti alle consultazioni referendarie nelle mail dei dipendenti o sulla carta intestata come si farà in Veneto. Così come riteniamo inappropriato utilizzare i siti internet di società partecipate e delle Ulss. Di questo passo troveremo il ‘promemoria’ del referendum anche nel referto degli esami del sangue”.
Netta anche la posizione dei consiglieri pentastellati in seno al Consiglio regionale Veneto.  “Con delibera del 13/06 la Giunta predisponeva mezzo milione di euro per la campagna. Come e perché si è arrivati ad una lievitazione di ulteriori 700mila euro? Questo vorremmo saperlo. E vorremmo inoltre informare la Lega che siamo nel 2017: con strumenti online, come i social network, si arriva quasi all’intera popolazione. I telegiornali e la stampa che già da mesi parlano della consultazione fanno il resto. Questa di 1,2 milioni di euro – si legge in una nota del gruppo consigliare – è quindi a nostro avviso una cifra spropositata. Lo diciamo con coerenza, dato che il Movimento fa da sempre campagne low cost, puntando sulla rete e sugli spazi gratuiti sui media tradizionali”.

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