Bandiera veneta, Guarda (AMP): “Pagliacciata, i veneti hanno bisogno di ben altro”

Esposizione obbligatoria da oggi in poi del gonfalone della Regione Veneto – con il Leone di San Marco – in tutti gli edifici pubblici (Prefetture, Tribunali, Comuni, caserme e comandi delle forze dell’ordine) della regione. Il Consiglio regionale, con 31 voti favorevoli, 6 contrari e 1 astenuto, ha approvato ieri la legge d’iniziativa della consigliera Silvia Rizzotto (Lista Zaia). Il pdl – spiega l’Assemblea legislativa – intende “rafforzare il senso di appartenenza dei cittadini veneti, anche attraverso il riconoscimento e l’esposizione dei simboli che identificano non solo un territorio, ma anche la storia, le tradizioni e le radici del popolo”.

“La Proposta di Legge relativa alle nuove disposizioni in materia di uso dei simboli ufficiali della Regione del Veneto, presentata come salvifica per i veneti, si tratta invece dell’ennesimo fumo negli occhi e dell’ennesima perdita di tempo”, afferma, in una nota, la consigliera regionale Cristina Guarda (AMP). “Un tempo prezioso, che invece dovrebbe essere utilizzato per ben altri obiettivi concreti, dalla questione delle acque pulite e degli acquedotti sicuri, ai sostegni per le famiglie con disabili o anziani, alla tutela del servizio sanitario dalle speculazioni, senza dimenticare le carenze del sistema ferroviario e dei trasporti pubblici. Dedicarsi a queste problematiche cruciali, e non a leggi dal becero sapore di patriottismo xenofobo, significherebbe davvero applicare il famigerato slogan ‘prima i veneti’”.

“Sembra che la maggioranza leghista abbia come obiettivo principale quello di inventarsi leggi destinate ad essere impugnate dal Governo, così da trovare nuovi motivi per urlare contro ‘Roma ladrona’ – esordisce l’esponente di Alessandra Moretti Presidente – è accaduto anche questa volta, con l’obbligo dell’esposizione della bandiera veneta, pena una multa da 100 a 1000 euro, malgrado la contrarietà dell’Ufficio Legislativo del Consiglio regionale che in modo saggio e puntuale ha segnalato i profili di incostituzionalità del provvedimento. Ormai la china politica presa da Zaia e dai suoi è chiara: strumentalizzare l’istituzione regionale per puri scopi propagandistici”.

“Il Veneto e i veneti – conclude Cristina Guarda -hanno davvero bisogno di una stagione diversa da queste pagliacciate”.