Con un emendamento alla legge di stabilità il Consiglio regionale del Veneto ha integrato la legge regionale sulla caccia finanziando le associazioni venatorie con 350mila euro, impegnando però i cacciatori a finanziare – con i proventi delle tasse di concessione regionale – attività di formazione del mondo venatorio e di sensibilizzazione contro il bracconaggio.
“L’emendamento – commenta l’assessore all’Agricoltura e alla caccia, Giuseppe Pan – destina una quota delle tasse di concessione regionale, pagate annualmente dai cacciatori, ad attività di tutela ambientale e di corretta gestione dell’ecosistema e della fauna selvatica. Si tratta di un intervento significativo, pari a circa il 10 per cento dei proventi della tassa di concessione regionale pagata dalle 42 mila ‘doppiette’ attualmente in attività, rivolto a sensibilizzare e responsabilizzare i cacciatori e le associazioni venatorie del Veneto ad una corretta gestione del patrimonio faunistico. Il nuovo fondo regionale”, aggiunge l’assessore, “consentirà di finanziare progetti di istruzione, formazione a sostegno di iniziative coordinate di controllo della fauna problematica o invasiva, come nutrie e cinghiali”.
Dall’opposizione insorge il consigliere del Partito Democratico Andrea Zanoni: “Niente di nuovo in Regione, l’indecenza continua. Trovo sconcertante come la Giunta Zaia assecondi ancora Berlato nelle sue richieste, con una regalìa di 350mila euro alle associazioni dei cacciatori. E in più, dopo una prima bocciatura, ne sono arrivati altri 100mila per il nomadismo venatorio con un nuovo emendamento che ha inserito il limite di trenta giorni annui, quindi per il 2018 ci saranno altri 1200 euro al giorno per la caccia.
Uno degli emendamenti è passato con i voti favorevoli di Lega, Lista Zaia, Siamo Veneto, ma con la spaccatura di Forza Italia visto che l’assessore Donazzan si è astenuta.
“Trovo indecente poi stanziare 350mila euro per le associazioni venatorie da spendere nel 2018”, aggiunge Zanoni. “Sono stati fatti tagli al sociale, per l’assistenza ad anziani, disabili, saranno lacrime e sangue per giovani, studenti, imprese. Che questi siano fondi derivanti dalle tasse dei cacciatori nulla cambia, ricordo che oggi la caccia è un costo per l’intera società e le tasse pagate coprono solo in parte i costi di gestione”. “Avevo proposto all’assessore di inserire una norma che almeno escludesse di finanziare con questi 350mila euro feste, cibi e bevande, bande e complessi musicali, in modo da evitare uno spudorato sperpero di denaro pubblico. Ma anche questa proposta è stata bocciata. Quanti convegni informativi dovranno fare le associazioni venatorie nel 2018 per utilizzare questa montagna di soldi?”.