La Corte Costituzionale ha bocciato la legge veneta che obbliga gli edifici pubblici (anche dello Stato) ad esporre la bandiera veneta. La decisione ha scatenato il dibattito tra le forze politiche in Regione.
“Mescolare l’obbligo di esporre la bandiera veneta con l’intesa per l’autonomia è un cocktail inservibile. Zaia la smetta con i discorsi da bar e si comporti da presidente di Regione, uscendo da ogni ambiguità identitaria e indipendentista”. È quanto afferma in una nota Graziano Azzalin, Consigliere regionale del Partito Democratico, a proposito “dello stop della Consulta alla legge veneta e della volontà di Zaia di ripresentarla, convinto che l’attuale esecutivo non la impugnerà”.
“Questa pantomima identitaria deve finire – aggiunge Azzalin – sono provvedimenti ridicoli, che costano tempo e denaro, visto le inevitabili impugnazioni con successive bocciature da parte della Consulta. Zaia smetta di intorbidire le acque legandoli all’autonomia: quella è un’altra partita che, vista l’impostazione data dal governatore, difficilmente porteremo a termine”.
“Sulla nostra bandiera c’è scritta la parola pace: e noi, in pace, rivendichiamo il sacrosanto diritto di esporre su tutti gli edifici, enti statali compresi, la nostra bandiera che, da oltre mille anni, rappresenta un Popolo, e non una fazione”, dice la Capogruppo di Zaia Presidente in Consiglio regionale, Silvia Rizzotto.