Quota 100, possibile esodo di massa nella sanità pubblica veneta

L’Ufficio Studi della Cisl del Veneto ha stimato in oltre 2.500 i lavoratori della Sanità pubblica veneta che potrebbero essere in possesso dei due requisiti fondamentali per accedere al pensionamento anticipato con la cosiddetta Quota 100 e cioè 62 anni di età e 38 anni di contributi già da quest’anno.
Repliche simili negli anni successivi (la sperimentazione di Quota 100 va dal 2019 al 2021). Quali le professioni più interessate? Tutte, naturalmente, ma soprattutto in proporzione alla loro dimensione quantitiva nell’ambito del Sistema Socio Sanitario regionale e quindi il numero maggiore tra gli infermieri e gli operatori socio-sanitaria, almeno 700 lavoratori per categoria.
Tra i sindacati di settore c’è allarme. Spiega Marj Pallaro (Cisl Fp) che il pensionamento anticipato potrebbe essere da una parte incentivato perchè la gran parte del personale sanitario opera da anni in condizioni di stress per la cronica carenza di organico e la crescita delle prestazioni dovute, dall’altra disincentivata a fronte del minor importo della pensione e (al momento) del differimento di 5 anni del pagamento del TFS.
“Sarà una scelta individuale, quindi, e gli effetti sull’attività sono imprevedibili. Potremo trovarci con reparti ospedalieri o servizi territoriali che, magari già oggi in difficoltà, andranno in tilt con enormi disagi per l’utenza. Serve un tavolo di discussione con la Regione dove definire provvedimenti urgenti”.

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