Attivisti di Greenpeace sono entrati in azione questa mattina a Venezia, davanti alla sede della Regione Veneto a Palazzo Balbi, per protestare contro il grave inquinamento da Pfas che interessa un’ampia area della regione Veneto compresa tra le province di Vicenza, Verona e Padova. Gli attivisti hanno chiesto alle autorità regionali di fermare subito gli scarichi di Pfas in Veneto. Analisi indipendenti condotte da Greenpeace dimostrano che le indagini effettuate finora dalle autorità regionali non hanno ancora individuato tutte le fonti di inquinamento.
“Abbiamo le prove: dalle analisi indipendenti che abbiamo condotto emerge chiaramente che le indagini effettuate finora dalla Regione non hanno ancora individuato tutte le fonti di inquinamento da PFAS”, sostiene Greenpeace in una nota. “I risultati sono tutti nel rapporto “Pfas in Veneto: inquinamento sotto controllo?” che abbiamo pubblicato oggi: in alcuni scarichi abbiamo trovato rilevanti concentrazioni di composti mai individuati finora e abbiamo le prove che PFAS pericolosi siano stati trovati anche nel comune di Valdagno, in un’area non ancora presa in esame dalle autorità regionali”.
“La Regione Veneto non ha più scuse”, prosegue il comunicato dell’organizzazione ambientalista. “È ora di censire e bloccare tutte le fonti di inquinamento da PFAS, e di adottare livelli di sicurezza più stringenti sulla presenza di queste sostanze nell’acqua potabile. Per alcuni PFAS molto pericolosi per la salute, come il PFOA (un composto potenzialmente cancerogeno) e il PFOS, i livelli di sicurezza adottati in Veneto per le acque potabili sono fino a 7,5 volte più elevati rispetto agli Stati Uniti e oltre 5 volte più elevati rispetto a Germania e Svezia”.