“C’è grande soddisfazione per questo accordo; si tratta di un’operazione ambiziosa che ha l’obiettivo di far nascere il quinto gruppo italiano delle mutiutilities, mantenendo allo stesso tempo il radicamento nel territorio e la vicinanza ai cittadini, con grande attenzione per la qualità dei servizi e il contenimento delle tariffe. È un passo importante in un percorso che ha l’obiettivo di andare verso ulteriori aggregazioni in futuro”.
Con queste parole, condivise dal collega veronese Flavio Tosi, il sindaco di Vicenza Achille Variati ha commentato la consegna al Comune del Protocollo d’intesa concordato tra Aim e Agsm per la fusione delle due aziende.
“In meno di tre mesi, cioè a tempo di record, considerate le problematiche finanziarie, legali, industriali e statutarie connesse – ha proseguito il sindaco Variati – le due aziende hanno costruito un’operazione complessa che porta alla creazione di un’unica nuova azienda di 2250 dipendenti, con un fatturato di 1 miliardo 100 milioni di euro e un margine operativo lordo di 132 milioni di euro, con l’ambizione di raggiungere nel 2020 ricavi per 1 miliardo e 280 milioni e un MOL pari a 176 milioni di euro. I due Comuni proprietari oggi recepiscono il corposo dossier che contiene i termini dell’accordo, ma considerato che Verona è alla vigilia delle elezioni, si danno tempo fino al 30 settembre per approvarlo in consiglio comunale. Penso sia stato fatto un lavoro importante, di cui ringrazio l’assessore alle risorse economiche Michela Cavalieri, l’amministratore unico di Aim Paolo Colla, il direttore generale, ora procuratore speciale, Dario Vianello e tutta la struttura. Nessuna delle due società da sola potrebbe avere la forza e la capacità espressa dal nuovo soggetto così delineato. Per questo conto che i due consigli comunali confermino la volontà espressa oggi dalle due aziende e dai due esecutivi”.
“Possiamo essere tutti orgogliosi – ha aggiunto l’assessore Michela Cavalieri – per aver svolto un lavoro complesso che non porta né a vendite né a incorporazioni, ma alla creazione di una nuova grande azienda orientata al mercato. Pur rimanendo radicata nel territorio essa potrà contare su efficientamenti e sinergie. Ciò le consentirà di migliorare la qualità già alta dei servizi ai cittadini e di crescere ulteriormente”.
Come ha illustrato il direttore generale e procuratore speciale di Aim Dario Vianello, il protocollo fissa il concambio in 57,5% per Agsm e 42,5% per Aim, fatta salva la possibilità di acquisto di Acque Veronesi da parte del Comune di Verona che porterebbe a 57,8% la pesatura di Agsm e a 42,2% quella di Aim.
Il dossier, che stabilisce garanzie sui contenziosi pregressi e sulle operazioni straordinarie del periodo di transizione, definisce nel dettaglio l’assetto di governace: la nuova società sarà retta da un consiglio di amministrazione formato da 5 membri: il presidente espresso da Verona (con deleghe in ambito legale, societario e delle relazioni esterne); il vicepresidente di nomina vicentina (con delega all’auditing); un consigliere di Verona e due amministratori delegati, espressione rispettivamente delle due proprietà.
Il piano di riorganizzazione, che dovrà essere approvato dal consiglio di amministrazione a maggioranza qualificata, dovrà garantire il presidio del territorio e una distribuzione delle risorse umane che preservi la prossimità alla residenza.
La sede di Vicenza, in particolare, si occuperà di ambiente, distribuzione di gas ed energia, vendita di gas ed energia, informatica e comunicazioni e altri servizi, come la gestione della sosta e quelli svolti da Amcps.
A Verona spetteranno produzione, lighting e servizi quali approvvigionamenti, appalti e progettazione.
Il protocollo, infine, stabilisce le linee strategiche e i principi guida dell’operazione di fusione delle due aziende che conserveranno entrambe il propri brand, simbolo di storie ultracentenarie. La fusione punterà alla difesa e sviluppo del presidio nel territorio di riferimento, allo sviluppo del business e di nuovi progetti di aggregazione, ad una crescita focalizzata sui core business aziendali in modo bilanciato tra regolato e mercato, alla valorizzazione degli investimenti sul territorio, al miglioramento degli standard di qualità, alla salvaguardia dei livelli occupazionali, alla condivisione delle migliori prassi operative, al raggiungimento di una taglia dimensionale che consenta la possibile quotazione in borsa, alla mitigazione del rischio industriale, di mercato e regolatorio.