Autonomia – Ciambetti replica a Brunetta e Milanato: “Nessuna fuga in avanti: l’idea dello statuto autonomo per il Veneto fu votata anche da Forza Italia”

Continua il botta e risposta tra i vari schieramenti politici dopo il referendum per l’autonomia del Veneto.  La richiesta del Governatore Luca Zaia di dare al Veneto lo status di Regione a Statuto speciale non è andata giù a chi ha votato domenica scorsa con l’unico obiettivo di ricevere maggiori deleghe. Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio regionale spedisce al mittente le critiche.

“Nessuna fuga in avanti:  all’on. Renato Brunetta rammento che siamo sempre nel solco della norma approvata a suo tempo dal Consiglio regionale con i voti qualificati e  determinanti  del suo partito. A Lorena Milanato, deputata forzista, più aggiornata del collega visto che rivendica al proprio partito il quesito referendario, rammento che non esiste norma che impedisca ad una Regione di avanzare una proposta di Riforma Costituzionale relativa alla nascita di una regione a Statuto speciale” .

Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio regionale del Veneto  replica così  all’ex Ministro di Forza Italia e alla parlamentare di Forza Italia.

“La Legge regionale 19 giugno 2014 n. 15 che istituiva il Referendum svoltosi domenica scorsa fu sottoscritta e  votata anche da Forza Italia, e  nel testo  prevedeva  all’art. 2 punto 5 la domanda ‘Vuoi che la Regione del Veneto diventi una regione a statuto speciale’? Forse l’on. Brunetta non ha letto la legge o non sapeva che i consiglieri di Forza Italia l’avevano sottoscritta, cosa che non è sfuggita invece all’on. Lorena Milanato. La proposta di oggi del presidente Zaia si inserisce perfettamente nella spirito della legge 15  ed è rispettosa del forte mandato affidatogli da oltre due milioni di elettori di aree politiche diverse ma accumunati dal sentimento autonomista” .

Ciambetti prosegue “Per dare concretezza al risultato elettorale c’è sicuramente la strada della trattativa con il governo ma, indipendentemente da ciò, nulla vieta che la Regione avanzi contestualmente una proposta di Riforma Costituzionale. Come sostengono autorevoli studiosi, ci sono diversi piani su cui la Regione può legittimamente operare: c’è il livello politico, come il percorso dello Statuto autonomo, che prevede il confronto con il legislatore, cioè con il Parlamento e c’è il percorso tecnico del tavolo da aprire con Palazzo Chigi. La prudenza – sottolinea Ciambetti –  non è mai troppa, soprattutto se ci si deve confrontare con apparati e strutture come quelle romane e so bene che le trattative e il confronto in ogni caso non saranno facili – continua Ciambetti – La  proposta della costituzione del Veneto in Regione a statuto speciale non è affatto sovversiva, né, tantomeno,  una provocazione lacerante come alcuni esponenti del governo italiano hanno voluto dipingerla con toni esagerati. Casomai vedo in queste letture una scarsa conoscenza del processo che ha portato al voto di domenica scorsa: era chiaro che la trattativa con Roma avrebbe potuto prevedere anche l’opportunità, legittima,  della proposta di  uno Statuto Autonomo, come indicato appunto nella Legge 15 e come votato dal Consiglio regionale con la partecipazione convinta dei consiglieri forzisti che oggi, tra l’altro, Brunetta sembra ignorare o forse  sconfessare”. 

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