Guarda (AMP) e Azzalin (PD): “Sul Ceta necessaria un’intesa maggiore con il mondo agricolo”

Continua a tenere banco il caso Ceta, l’accordo bilaterale che la Comunità Europea vuole stringere con il Canada per l’esportazione di prodotti tipici, valore aggiunto nell’economia del nostro paese. Ne abbiamo già parlato, quando Coldiretti oltre ad opporsi, scoprì un falso Made in Italy (leggi qui).

Ad intervenire sulla questione sono, ora, i consiglieri regionali Cristina Guarda e Graziano Azzalin, che chiedono chiarezza e responsabilità a tutela di chi produce beni di alta qualità.

Cristina Guarda

Occorreva trovare un’intesa più ampia con il mondo agricolo e bisognava impegnarsi maggiormente in questa direzione. Arrivare a un accordo con una divisione delle associazioni di categoria non è certo un fatto positivo”. I consiglieri Cristina Guarda (AMP) e Graziano Azzalin (Partito Democratico) hanno così commentato il voto a favore della risoluzione con cui si chiede la sospensione dell’approvazione del Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement) firmato dall’Unione Europea con il Canada.

Graziano Azzalin

L’accordo tutela ancora un numero troppo ristretto di Doc e Igt del nostro territorio. Per quel che ci riguarda, essendo le produzioni tipiche un valore aggiunto per il nostro territorio e con un potenziale economico in crescita ed espansione, crediamo che l’intesa possa rappresentare un’opportunità per tante aziende che continuano a investire su questo. Ma c’è ancora molto da lavorare per migliorarla”.

Un miglioramento auspicabile, aggiungono, poiché “il Ceta può aprire un’era importante per l’Europa e soprattutto per le produzioni italiane di qualità, quelle con identificazione geografica. Il loro riconoscimento consentirà nuove opportunità ad oggi non sfruttate dalla Comunità europea e dalla sua agricoltura. Tuttavia è necessario sciogliere diversi nodi, in modo che un’opportunità non si trasformi in un accordo capestro”.

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